Immagini di Valentina Giannettoni
Un omaggio floreale è stato deposto questa mattina davanti al monumento dedicato alla Rivolta di Reggio Calabria del 1970, sito sul Lungomare Italo Falcomatà in riva allo Stretto; presenti alla commemorazione, tra gli altri, il coordinatore dell’associazione politico-culturale “Reggio Futura“, nonchè presidente del “Comitato 14 luglio”, Giuseppe Agliano, Antonino Zimbalatti, assessore al Comune di Reggio Calabria per la Polizia Municipale e la Sicurezza Urbana, il senatore Renato Meduri, la nipote del leader dei Moti Ciccio Franco, Annamaria Franco, e diversi rappresentanti di associazioni, movimenti e partiti assieme ai familiari di alcune delle cinque vittime della Rivolta, che doverosamente ricordiamo: Bruno Labate, Angelo Campanella, gli agenti Vincenzo Curigliano e Antonio Bellotti (rispettivamente, della Polizia e della Celere) e Carmine Iaconis.
I Moti presero il via il 14 luglio 1970 (per l’appunto oggi cade il 49° anniversario) come reazione, ufficialmente, per la mancata collocazione del capoluogo regionale a Reggio Calabria, ma anche a causa di diverse gravi questioni socioeconomiche mai sopite che attanagliavano da tempo non solo la città sullo Stretto, ma anche buona parte del Mezzogiorno; fu una rivolta a largo consenso popolare a prescindere dalle diverse appartenenze politiche dei partecipanti, che terminò solo nel febbraio 1971 dopo angoscianti mesi di manifestazioni, scioperi, cariche della polizia e violenze che paralizzarono completamente Reggio, isolandola persino dal resto dell’Italia: “I Moti di Reggio sono una grande pagina di storia che qualcuno ha provato a far cadere nell’oblio – ha dichiarato Agliano – ma oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, noi vogliamo ricordare i loro martiri e il leader Ciccio Franco (anch’egli commemorato con un altro mazzo di fiori adagiato ai piedi del busto che lo ricorda nell’omonima Arena, sempre sul Lungomare, n.d.r.). Speriamo inoltre che, nei prossimi mesi, il Comune costituisca un comitato civico che promuova e sovrintenda le iniziative che saranno organizzate l’anno prossimo per i 50 anni della Rivolta, nel ricordo di quelle giornate tristi, sì, ma anche esaltanti per la nostra cittadinanza. Ultimamente, sui Moti si è detto di tutto e si è accusato ancora di più tirando in ballo la ‘Ndrangheta o i servizi segreti allo scopo di sporcare l’immagine di quella che fu semplicemente un’esplosione di dignità del popolo reggino, che così facendo si ribellò ad un grave sopruso dello Stato. Franco sacrificò tutto sé stesso alla causa del popolo, senza piegare mai la schiena, perché intuì subito che quelli sembranti all’inizio un fenomeno di piazza passeggero, sottovalutati da tutte le forze politiche da destra a sinistra, erano in realtà gli albori per la definitiva rivalsa sociale di Reggio Calabria”.