Mercoledì 13 Febbraio 2019 due notizie hanno caratterizzato il calcio italiano: la Juventus collocata sul mercato con un bond da 175 milioni di euro e l’Inter che toglie la fascia di capitano ad Icardi attraverso un tweet. Le due vicende testimoniano l’abisso venutosi a creare tra la squadra campione d’Italia e una delle sue principali avversarie in campo nazionale.
La Juventus è all’avanguardia nel campo dell’ingegneria finanziaria e ha emesso un bond corporate, cioè un prestito obbligazionario diffuso da una società privata per ricorrere al finanziamento sul mercato dei capitali. Dunque, non attraverso una società veicolo ma direttamente in capo al club, senior e unsecured, ovvero di primo rango nel rimborso e senza garanzie. Uno strumento che è stato sottoscritto da investitori provenienti da Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Singapore e Hong Kong con pezzature tra 5 e 35 milioni di euro. L’emissione è stata accolta favorevolmente dal mercato con voluminosi ordini da 250 milioni che hanno convinto la società ad incrementare la quota raccolta da 150 a 175 milioni. Questi soldi saranno interamente utilizzati per ristrutturare la posizione debitoria che al 30 giugno scorso ammontava a 310 milioni di euro e che, nel corso dell’estate, si è ulteriormente appesantita per via delle operazioni di mercato chiuse con un saldo complessivo negativo di 160 milioni di euro.
La situazione dell’Inter
Al contrario, l’Inter si trova a gestire un’imbarazzante situazione relativa al suo capitano e la sua ingombrante moglie manager. Il confronto tra le due notizie è prova di come la Juventus sia una realtà distinta e distante dal resto del calcio italiano, il quale ancora deve intraprendere la strada iniziata dalla squadra torinese nel 2006. Sarebbe importante spiegare queste dinamiche economiche perché fino al momento in cui le squadre avversarie dei torinesi non si doteranno degli stessi strumenti di approvvigionamento di risorse finanziarie, il dominio bianconero continuerà ad essere una naturale conseguenza di quel dato di fatto.
E’ vero, tanto per fare una critica, che la Juventus non fa “sistema”, nel senso che la sua dirigenza non collabora attivamente con gli altri presidenti e gli organismi della Federazione Calcio italiana affinché possa aumentare l’”appeal” della serie A dal punto di vista economico o si possa avere una distribuzione delle risorse economiche più equa tra le varie componenti del calcio italiano, ma c’è da considerare che questo non è mai stato il vero scopo della società bianconera.