Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato di CasaPound Italia – Calabria:
I militanti reggini di CasaPound Italia hanno voluto esprimere con uno striscione recante la scritta “FORTUNATAMENTE NE’ FERITI NE’ VITTIME” – citando una frase pronunciata dal sindaco a poche ore dall’alluvione – lo sdegno per quanto avvenuto nella notte del 6 novembre, quando poche ore di pioggia hanno creato un disastro annunciato, specialmente nella zona sud in cui l’acqua ha sommerso persino le automobili in sosta, costringendo i cittadini ad uscire di casa solo dopo le operazioni portate avanti dai pompieri durante la mattinata e distruggendo il manto stradale; inoltre, ha allagato diversi negozi impedendo ai commercianti di poter lavorare”.
“A forza di gridare ‘al lupo al lupo’ poi alla fine succedono cose del genere – spiega Federico Romeo, responsabile reggino di CPI – ma a farne le spese sono i cittadini e i negozianti a cui va tutta la nostra vicinanza. Questa volta Falcomatà, non diramando alcuna allerta meteo e non seguendo le consuete procedure suggerite dalla Protezione Civile, ha esposto non solo i privati ma anche gli studenti delle scuole reggine ad un rischio troppo elevato. Se al centro sono stati ispezionati i tombini e le caditoie, specialmente nelle strade parallele al Corso Garibaldi, nelle periferie della città questo non è avvenuto e l’acqua si è accumulata provocando non solo disagi ma anche paura. Come mai le periferie non sono trattate allo stesso modo del centro? Forse si preferisce aspettare che la situazione diventi ancora più drammatica, a partire dalle prossime piogge?”
“Falcomatà – conclude Romeo – tramite il comportamento vergognoso di queste ore ha dimostrato di essere un padre irresponsabile per la sua cittadinanza al pari di un bambino viziato che non sa incassare un colpo e chiedere scusa. E’ meglio che a Palazzo San Giorgio pensino tutti, maggioranza e minoranza, a fare meno proclami inutili in quanto la città è già ridotta ad una latrina, piegata esanime su sè stessa. Oppure, vadano tutti a casa!”.