Addio leggenda: dopo Diego, il calcio piange O Rei Pelé. Giocatore unico ad avere vinto tre campionati del mondo per Nazioni. Capitoli e anni di discussioni su chi sia stato il più grande: Diego o Pelè? La risposta non ci sarà mai. Forse, più completo il brasiliano per le sue doti: ambidestro, fisico potente, fortissimo di testa con gol impossibili, come quello nella finale del 1970 all’Italia; più decisivo l’argentino, capace di trascinare squadre non irresistibili verso alti traguardi e mettersi in gioco nel calcio europeo.
Pelè ha giocato in sole due squadre di club: Santos e Cosmos New York conquistando: 10 campionati dello stato di San Paolo, quattro Tornei Rio-San Paolo, 6 campionati brasiliani, cinque consecutive Taça Brasil, due edizioni della Copa Libertadores, altrettante della Coppa Intercontinentale, la prima edizione della Supercoppa dei Campioni Intercontinentali e un Campionato NASL con i New York Cosmos negli Usa. Una macchina da gol: infatti, suo è il record di reti realizzate in carriera, 1281 in 1363 partite, con una media realizzativa pari a 0,93 gol a gara.
Dichiarato “Tesoro nazionale” e “Patrimonio storico-sportivo dell’umanità”, calciatore del Secolo per la FIFA, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics e Pallone d’oro FIFA del secolo. Lo si può osservare da un angolo diverso, ma l’insieme delle sue doti tecniche e del numero di riconoscimenti lo portano al gradino più alto dei calciatori di tutti i tempi e sul podio degli sportivi della storia. “Il più grande successo della mia vita non sono state le coppe o le medaglie, ma sapere di aver aiutato tanti ragazzi di strada che, guardandomi, hanno capito come lottando si può arrivare ovunque, perché nulla è impossibile se lo vuoi davvero“; questo era l’uomo e questo resterà O Rei: buon viaggio Pelè e lassù, adesso, allarga le braccia, Diego ti aspetta.