Una Reggina sontuosa manda al tappeto il Cosenza in un derby dominato sul piano del gioco, oltre che sul risultato (3-0). Quattro su quattro al Granillo, tredici gol fatti e zero al passivo: cammino praticamente perfetto utile a confermare il primato in classifica ex aequo con il Bari. Prima del match, il Presidente della Reggina Marcello Cardona omaggia Nicola Amoruso, che ha indossato per tre anni (dal 2005 al 2008) la casacca amaranto mettendo a segno 40 reti in 96 presenze e Giovanni Fabbian come MVP di Settembre.
Filippo Inzaghi disegna il suo 4-3-3 con le novità Hernani (ne fa le spese Crisetig) in mezzo al campo e Ricci, esterno destro del solito tridente completato da Rivas e Ménez, con Canotto che si accomoda in panchina.
L’ex Dionigi (un passato roseo da calciatore e meno da allenatore), ripropone dal primo minuto Larrivey unico terminale offensivo, sorretto da Brignola e D’Urso.
Il derby inizia con il Cosenza che batte quattro calci d’angolo consecutivi, i quali non comportano pericoli per la porta amaranto; proprio dall’ultimo corner nasce il vantaggio dei padroni di casa. Azione da manuale del calcio. Ripartenza da dietro, transazione rapida eseguita con due perfetti cambi di gioco, sfera che giunge sui piedi di Rivas, il quale non dà scampo a Matosevic.
I padroni di casa prendono in mano le redini di gioco; il pressing esercitato sui portatori di palla obbliga i rossoblù sulla difensiva costringendo spesso Larrivey ad abbassare il proprio raggio d’azione. La corsia di sinistra è puro appannaggio degli amaranto, dove Rivas è l’assoluto protagonista. Rispoli e compagni non riescono a contenere l’honduregno, che confeziona occasioni da rete ed assist a centro area a go-go. I successivi tentativi verso la porta difesa da Matosevic ad opera di Majer (a proposito, oggi lo sloveno è particolarmente dappertutto), Di Chiara e Fabbian legittimano il vantaggio.
Ripresa che non cambia di un millimetro la storia del match: Ménez al minuto 52 decide di prendersi la scena e gli applausi di un Granillo entusiasta. Azione personale del francese, sinistro chirurgico, l’estremo difensore ospite si distende inutilmente con la sfera che s’insacca all’angolino basso. Trascorrono dieci minuti e Pierozzi stoppa di petto il cross di Di Chiara insaccando con il destro il pallone che chiude virtualmente i conti. I minuti finali servono solo per raccontare il palo colpito da Butic ed il super salvataggio di Pierozzi su Larrivey, già pronto a calciare a porta sguarnita. Sortite offensive a partita sostanzialmente già chiusa, frutto più di inerzia che di reale volontà. Ospiti che rimangono in dieci per il rosso a Martino, reo di uno schiaffo sulla nuca ai danni di Cicerelli. Tipico fallo di frustrazione in tali frangenti;
prima del triplice fischio, Pierozzi, uno dei migliori, va vicino alla doppietta con la palla che lambisce il palo.