“21 Giugno 2020. Sono tante le cose in cui credo, sono positive e sono belle. Sono tante le cose per cui mi batto, sono giuste e meritano la mia voce. Oggi (ieri, n.d.r.) ero in Piazza Duomo a Milano insieme ad altri colleghi e addetti ai lavori della filiera musicale per fare luce su un settore dimenticato, durante questa emergenza, che conta centinaia di migliaia di lavoratori“. Nell’incipit del lungo post social della cantante Levante tutta l’amarezza per un settore, quello della musica, dimenticato dal Governo italiano. Secondo l’accusa mossa dagli addetti ai lavori dell’universo delle sette note, il mondo della musica continua a rimanere ai margini della cosiddetta “Fase 3” che dovrebbe prevedere un piano di rilancio dell’economia italiana a 360 gradi dopo la disastrosa pandemia (non ancora scongiurata totalmente) da Coronavirus.
Con la morte nel cuore – e nel look: cantanti ed operatori della musica hanno presidiato Milano listati a lutto, in outfit total black – cantanti, manager, tecnici, uffici stampa ed operai si sono presentati in piazza Duomo del capoluogo lombardo per manifestare, in rigoroso silenzio, il proprio dissenso nei confronti dei politici nostrani. “Il mondo della musica non è stato invitato dal governo agli Stati generali per un confronto sulla ripresa post Covid e questa è una beffa” ha sentenziato senza troppi giri di parole il vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo Diodato, da sempre in aperta polemica con le (non) decisioni intraprese dal Premier Conte per tutelare e rilanciare il settore dello spettacolo.
“Spero che questa iniziativa faccia rumore, come il titolo della mia canzone e che faccia arrivare al mondo politico la voce degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo musicale, vogliamo essere un megafono per tutte quelle persone che dietro le quinte rendono possibile i nostri tour“, ha concluso Diodato, uno dei numerosi volti noti del panorama musicale nostrano che ha calcato, mascherina sul volto, la piazza centrale di Milano per un flash-mob assordante nel suo doloroso silenzio. Un’iniziativa, quella dei big delle sette note italiane, ampiamente pubblicizzata nei giorni scorsi e ribattezzata con l’hashtag #senzamusica. La scelta di organizzare il flash-mob in data del 21 giugno, inoltre, è stata più che simbolica: l’inizio della bella stagione coincide con la giornata in cui si celebra la musica e l’estate è il periodo dell’anno più congeniale per organizzare grandi concerti lungo tutto lo Stivale. Eventi, questi, “congelati” a data da destinarsi, non senza rammarico e preoccupazione per quegli operatori che, agendo nell’ombra, contribuiscono alla riuscita – non solo economica – di queste coinvolgenti kermesse.
Accanto a Levante e Diodato, altri grandi artisti pop e rock hanno preso silenziosamente possesso della piazza milanese per abbracciare l’iniziativa promossa dall’associazione “La Musica che gira” insieme al Forum Arte e spettacolo: tra questi Ghemon, Lodo Guenzi, Saturnino, Cosmo e il leader degli Afterhours (e fresco giudice di “X-Factor”) Manuel Agnelli. “Occorre una riforma; da troppo tempo il pop e il rock vengono sottostimati sia a livello economico sia sociale. È nostro compito quindi, prima di tutto per i lavoratori senza introiti, sollecitare il governo per ottenere risposte rapide“, ha spiegato il cantante, facendo proprio un appello al quale hanno risposto in rete artisti del calibro di Jovanotti, Luca Carboni e Mario Biondi. Perché è giunto il momento di pensare anche a chi ha prestato il proprio talento nella fase più dura di questa pandemia, strappando un sorriso all’intero popolo italiano bloccato in casa dalla quarantena.