Un’edizione anomala, contrassegnata da collegamenti via web a singhiozzo e da tanta, tantissima emozione. Nella serata di ieri sono stati assegnati i David di Donatello 2020, gli Oscar del cinema italiano la cui cerimonia è stata condotta in uno studio rigorosamente vuoto da Carlo Conti. Una 65esima edizione caratterizzata irrimediabilmente dal lockdown imposto dall’epidemia da Covid-19, che ormai da due mesi sta tenendo sotto scacco la nostra Nazione e che ha visto, tra le categorie professionali più colpite, proprio quella degli operatori di spettacolo, dai registi agli addetti ai lavori dietro le quinte.

Bellocchio prenditutto

La suspense, la gioia, i ringraziamenti per i premi ricevuti non cambiano: la forzata distanza fisica non ha minimamente intaccato il clima di festa che telespettatori, conduttore e protagonisti della Settima Arte tricolore hanno respirato nel corso della diretta della scorsa serata, andata in onda su Rai Uno. A trionfare in questa 65esima edizione dei David di Donatello è stato “Il Traditore” di Marco Bellocchio, biopic senza filtri su Tommaso Buscetta, personificato da un superlativo Pierfrancesco Favino, non a caso vincitore dell’ambito riconoscimento come Miglior Attore Protagonista. La pellicola di Bellocchio ha portato a casa anche i David come Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attore Non Protagonista con Luigi Lo Cascio, oltre alla Miglior Sceneggiatura e il Miglior Montaggio (Francesca Calvelli).
Quest’ultimo ha dedicato la sua vittoria al compianto attore Luigi Maria Burruano (che proprio con Lo Cascio aveva preso parte ad un’altra toccante pellicola, “I cento passi“) nonché a tutti gli “Invisibili lavoratori dello spettacolo“. Altrettanto toccante è stato il discorso on-line di Favino, in cui l’incursione della consorte Anna Ferzetti (in lizza per la candidatura come Miglior Attrice Non Protagonista) per festeggiare la vittoria del suo amato ha commosso il conduttore dei David e l’intera platea di telespettatori e artisti collegati.
Prima del lockdown, mentre andavo a un appuntamento, nell’androne incontrai una signora che mi fermò dicendomi di essere rimasta incantata da “Il Traditore” – ha raccontato visibilmente emozionato l’attore – andando via, aggiunse una bellissima cosa: “Torni presto a trovarci“, e io tornando verso la mia macchina ho provato tante cose: tenerezza, gratitudine e l’orgoglio di appartenere alla categoria di uomini e donne dello spettacolo che hanno spesso saputo rialzare la testa sempre segnando la strada della rinascita. A quella signora adesso dico che torneremo a trovarla presto“.

Trinca, la “Dea Fortuna”

Altrettanto emozionanti sono state le proclamazioni dei David di Donatello 2020 come Miglior Attrice Protagonista e Miglior Attrice Non Protagonista. La prima statuetta è andata a Jasmine Trinca, che ha sbaragliato la concorrenza grazie alla sua performance ne “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek (a cui è andato anche il riconoscimento come Miglior Canzone Originale, assegnato a Diodato per “Che vita meravigliosa“). “Non posso non pensare a Ferzan Ozpetek, a Edoardo Leo e a Stefano Accorsi“, ha premesso la Trinca, in collegamento dalla sua abitazione; l’attrice ha dedicato la vittoria a sua figlia, la piccola Elsa che ha abbracciato in diretta streaming. Eletta a furor di popolo Miglior Attrice Non Protagonista per la sua interpretazione in “5 è il Numero Perfetto“, una elegantissima Valeria Golino ha auspicato un ritorno alla normalità. “Spero che l’anno prossimo potremo rivederci, gioire insieme, baciarci e abbracciarci, ma questa edizione straordinaria sarà ricordata“.

“Covid di Donatello”

Tra i grandi sconfitti (almeno per quanto riguarda le categorie più blasonate) di questa 65esima edizione dei David di Donatello figura Matteo Garrone ed il suo “Pinocchio“, che però fa incetta di riconoscimenti tecnici (come Miglior Scenografo e Miglior Truccatore). Non è mancato, nel corso della cerimonia di ieri sera, un simpatico siparietto tra il “Geppetto” Roberto Benigni e Carlo Conti: l’attore toscano, dopo aver etichettato l’edizione 2020 come quella dei “Covid di Donatello“, ha ammesso ironicamente di far parte di una delle categorie più colpite da questo odioso virus: “Io abbraccio, tocco e prendo in braccio tutti!”.
Momenti irriverenti hanno ceduto il posto a parentesi più toccanti, come quella dedicata all’immensa Franca Valeri, alla quale è stato assegnato un David Speciale per la sua brillante e fruttuosa carriera: un premio importante che la caratterista raggiunge alla quasi veneranda e mirabile età di cento anni. Nonostante la kermesse 2020 dei David di Donatello abbia dovuto ridimensionare significativamente la sua organizzazione – rinunciando a patinati red carpet, abbracci e sguardi in diretta, vicinanza tra i protagonisti di questa surreale edizione – l’assegnazione delle statuette si è rivelata un vero successo. I David inaugurano una lunga serie di eventi legati allo spettacolo che, dal Festival di Cannes agli Academy del 2021 – passando per i prossimi Eurovision e la Mostra del Cinema di Venezia – sono stati e saranno costretti a cambiare pelle, ma non perderanno certo la propria importanza e non mancheranno di fare sognare gli amanti dello Spettacolo con la “S” maiuscola, nella speranza di poter tornare a prendere presto posto su una delle tante poltroncine rosse di multisala, di teatri, di stadi ed arene.

I vincitori

Miglior Attrice Non Protagonista: Valeria Golino per “5 è il Numero Perfetto”; Miglior direttore della fotografia: Daniele Ciprì per “Il Primo Re”; Miglior sceneggiatura originale: Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo, Francesco La Licata per “Il Traditore”; David dello spettatore: “Il Primo Natale” di Ficarra e Picone; Miglior Scenografo: Dimitri Capuani per “Pinocchio”; Miglior Truccatore: Dalia Cooli e Mark Coulier per “Pinocchio”; Miglior attore non protagonista: Luigi Lo Cascio per “Il Traditore”; Miglior Musicista: L’orchestra di Piazza Vittorio per “Il flauto magico di Piazza Vittorio”; Miglior sceneggiatura non originale: Maurizio Braucci e Pietro Marcello per “Martin Eden”; Miglior Costumista: Massimo Cantini Parrini per “Pinocchio”; Miglior acconciatore: Francesco Pegoretti per “Pinocchio”; Miglior attore protagonista: Pierfrancesco Favino per “Il Traditore”; Miglior attrice protagonista: Jasmine Trinca per “La Dea Fortuna”; David Speciale a Franca Valeri; Miglior Canzone originale: “Che vita meravigliosa” (“La Dea Fortuna”, musiche di Antonio Diodato); Miglior Documentario: “Selfie” di Agostino Ferrente; Miglior regia: Marco Bellocchio per “Il Traditore”; Miglior produttore: Andrea Paris, Matteo Rovere Casa di produzione Groenlandia, Gapbusters, Rai Cinema, VOO, BeTV, Roman Citizen per “Il Primo Re”; Miglior montatore: Francesca Calvelli per “Il Traditore”; Miglior regista esordiente: Phaim Bhuiyan per “Bangla”; David Giovani: “Mio fratello rincorre i dinosauri“; Miglior Cortometraggio: “Inverno” di Giulio Mastromauro; Migliori effetti visivi: Rodolfo Migliari e Theo Demeris per “Pinocchio”; Miglior suono: Angelo Bonanni D’Onofrio, Mauro Eusepi e Michele Mazzucco per “Il primo Re”; Miglior film straniero: “Parasite“; Miglior film: “Il Traditore“.