Oltre 1000 articoli, fra siti, quotidiani online e cartacei, social, trasmissioni radio, tv e in streaming ma anche meme e video su TikTok. E pure tutte le testate internazionali, dal Guardian a Le Monde, dal Washington Post al Financial Times, dalla Bild a El Paìs fino alla BBC, ne hanno parlato. Secondo le stime di Susini Group S.t.P., studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro, la “figuraccia” in termini di reputazione ci è costata oltre 30 milioni di euro.
«Una stima al ribasso perché da metà agosto la stampa straniera continua a infierire e le conseguenze maggiori sono da ricercarsi fra riduzioni di investimenti, costi gestionali del caso e cambiamenti di leadership», commenta Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P..
Un pasticcio “privato” del ministro della Cultura che ha interferito anche con la sua carica politica tanto da condurlo alle dimissioni. Va però precisato che simili storie non sono un’esclusiva italiana. La lista dei “Boccia-Gate” all’estero è molto lunga: si va dal famosissimo caso Bill Clinton-Monica Levinsky alle molestie sessuali dell’ex direttore del FMI Dominique Strauss-Kahn, dallo “scandalo Petraeus“, che costrinse il direttore della CIA David Petraeus a dimettersi dopo che era venuta a galla la sua relazione extraconiugale con la sua biografa Paula Broadwell, allo scandalo sessuale che ha interessato un rappresentante del partito dell’allora premier inglese Boris Johnson fino a Israele con l’ex primo ministro Binyamin Gantz accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna israelo-statunitense.