The Crown: la serie tv Netflix, ideata da Peter Morgan, che ha fatto molto discutere non solo il popolo britannico, anche se risulta una delle più seguite del XXI secolo. Sicuramente la storia della famiglia reale britannica risulta affascinante, ma non sempre quanto raccontato dal piccolo schermo è verificabile nella realtà dei fatti.
Da italiana, certamente non potevo conoscere tutta la storia della monarchia britannica, e oltre che leggere svariati libri sulla compianta Regina Elisabetta II, dato l’enorme successo della serie ho deciso di guardarla fino alla stagione 5 (a proposito, la sesta dovrebbe uscire il prossimo novembre e sarà l’ultima) constatando che non tutto quello visto nella serie corrisponde alla realtà.
Tra il serio e il faceto, dove The Crown ha davvero esagerato
In tutti e cinque gli episodi, dal punto di vista narrativo, i diversi componenti della casa reale e i personaggi che hanno attraversato la storia dei 70 anni di regno della Regina Elisabetta vengono estremizzati e alcuni episodi realmente accaduti sono portati all’esasperazione, oltre che spesso inventati di sana pianta.
Ad esempio, la storia d’amore fra la Principessa Margaret e Peter Townsend: Margaret viene dipinta come una donna frivola senza valori e talvolta sconsiderata, ma soprattutto gelosa della sorella Elisabetta. La stessa Elizabeth descritta come una donna fredda e senza cuore, una versione a dir poco lontana dalla realtà. Re Carlo III viene per tutta la serie proposto nel modo sbagliato sin dalla tenera età, sono risaltati poco i suoi successi, bensì la narrazione si sofferma (ovviamente, ammettiamolo) solo sulla sua relazione con Camilla (anche questa raccontata male, ad esempio la Regina Madre e Lord Mountbatten non ordirono alcun complotto contro la loro unione, come altresì suggerito nella serie TV).
Per non parlare del matrimonio con Diana, in cui Re Carlo III è addirittura mostrato come un cattivo da cartone animato. Il Principe Filippo, secondo la serie, sarebbe stato un uomo poco avvezzo alle formalità di corte e poco fedele alla moglie Elisabetta, ma è falso. Filippo, in realtà, proveniva da una casa reale e quindi conosceva sin da piccolo le regole di una corte. Per non parlare del presunto complesso di inferiorità nei confronti della Regina Elisabetta II. Nel 1957 il principe Filippo cambiò sì il suo status ma fu un’imposizione voluta da Lord Mountbatten e Luisa di Svezia (la zia del principe), non una sua scelta. Come se non bastasse, nella serie il Duca di Edimburgo viene accusato palesemente della morte della sorella Cécile d’Assia, con quest’ultima che perisce durante un viaggio di ritorno in in aereo dopo aver accompagnato il fratello Filippo al college di Gordonstoun. Di vero c’è solo che il 16 novembre 1937 Cècile e la sua famiglia persero la vita a causa di un incidente aereo mentre si stavano recando in Gran Bretagna per il matrimonio del cognato. Come se non bastasse, il principe Filippo viene inserito senza alcuna correlazione veritiera nello scandalo Profumo, dove viene ricattato dallo storico d’arte membro della casa Reale, considerato anche una spia sovietica, Anthony Blunt.
Proseguiamo: il Duca di Winsor ed ex re Edoardo VIII, zio della Regina, viene quasi lodato per certi versi come colui che per amore lasciò il trono al fratello. Addirittura dispensa consigli alla nipote Elisabetta fresca di trono; in realtà, la Regina non avrebbe mai accettato una cosa simile, sicura com’era di sé stessa, e non aveva certo bisogno di consigli da nessuno. Invece, leggendo anche qualcosa in merito alla vicenda, penso che il Duca di Winsor, dopo aver sposato l’americana Simpson (con già due divorzi alle spalle) sapesse benissimo che non avrebbe potuto svolgere il compito di Re, considerando il momento storico dell’epoca in cui non era contemplato che una donna divorziata (di conclamate simpatie naziste, per giunta) potesse diventare Regina Consorte.
Ritorniamo alla Principessa Margaret; nella serie la sorella Regina impedisce il suo matrimonio con il colonello Peter Townsend, ma in realtà la scelta di non convolare a nozze fu presa dalla stessa Margaret, probabilmente anche grazie al trasferimento all’estero del colonello, e di fatto la storia finì per questo. In The Crown viene descritta come un’agnello sacrificale, il cui posto, come vedremo più avanti, verrà poi occupato da Diana.
La principessa del Galles e Margaret Thatcher sono invece le maggiori protagoniste della quarta stagione, entrambe descritte in modo errato e oserei dire offensivo nei loro confronti. Ovviamente, come dice il vecchio detto italiano fra moglie e marito non mettere il dito, la vita matrimoniale fra l’attuale Re Carlo e Diana la sanno solo loro e non è corretto entrare in merito, anche perché leggendo diverse versioni contrastanti di alcune persone vicine alla principessa e all’attuale Re Carlo III, non si ottiene in definitiva una visione reale dei fatti. Quello che possiamo con certezza dire è che la serie tv, per descrivere Diana, si è totalmente ispirata al libro di Andrew Morton. Se notate, la descrizione di Diana dal 1981 al 1992 corrisponde esattamente a quanto descritto nel libro sopra citato: in quel momento, Diana era al colmo delle sue frustrazioni e nevrosi dettate dal divorzio con il principe Carlo. Anche in questo episodio Re Carlo III viene descritto come un uomo fifone, cattivo ed anche in mala fede, che non faceva altro che urlare in faccia a Diana. Sembra che gli autori vogliano a tutti i costi farcelo odiare, per non parlare di Camilla, descritta come la strega cattiva. Carlo e Camilla sono solo colpevoli di amarsi da sempre, e la storia attuale dimostra quanto feeling ci fosse fra la coppia. La mia breve considerazione, analizzando il tutto, è che come in ogni separazione le colpe siano da dividere in equa parte, come in questo caso.
Altre “nefandezze” di The Crown
Sicuramente la scena che mi ha fatto sorridere di più e che fa capire quanto sia romanzata questa serie è quando il primo ministro Thatcher viene invitata nella residenza reale di Balmoral, dove è senza motivo ridicolizzata dall’intera famiglia reale. Nulla di più falso: nei vari soggiorni a Balmoral, nella propria stanza, ogni ospite trova nella sua stanza un elenco di tutti gli indumenti che vanno indossati durante la giornata, più un rigoroso protocollo da seguire. In un altro episodio, la Regina Madre, secondo la serie Tv, avrebbe rinchiuso due sue nipoti in un manicomio, perché affette da malattia genetica. Secondo quanto raccontato, ciò sarebbe stato compiuto per proteggere la monarchia (1936) che già aveva vissuto un periodo di crisi data l’abdicazione del Duca di Winsor. Mi sono documentata in merito ed ho scoperto che in realtà le anomalie genetiche non erano state trasmesse dalla Regina Madre, ma dalla mamma di quest’ultima, oltre tutto dobbiamo contestualizzare il periodo storico, in cui si riteneva che l’unica soluzione, per chi presentava anomalie e malattie di questo tipo, fosse ricoverarlo in un ospedale privato. Insomma, il messaggio della serie è: la casa reale inglese richiude le persone nei manicomi, credo che questo non sia rispettoso nei loro confronti.
La mia considerazione finale: sicuramente la sceneggiatura è scritta bene, anche se non corrisponde sempre ai fatti realmente accaduti. Gli attori tutti bravi, sicuramente la migliore a mio modesto pare è stata Claire Foy (Regina Elisabetta II nella prima e nella seconda stagione). Di certo, The Crown ha anche fatto sì che sul web aumentassero le indicizzazioni sulla storia della Royal family Britannica e anche l’aumento dell’acquisto dei cani Corgi che la Regina Elisabetta II tanto amava!