La Reggina tenta di ripartire dalla scena del centro S. Agata, dove lo smarrimento è fortemente protagonista avvolgendo le menti di tutti, indifferentemente e a più livelli.
Figure senza contratto, senza voce in capitolo e senza certezze, giocatori increduli, ma la passione domina le carte. Una sola immagine per scardinare emozioni e normalità: arriva lui, occhiali scuri e volto pieno di energia, mister Pippo il beneamato dal popolo, aggiungerei esemplare mister. C’è tempo per abbracciare l’attuale ds Massimo Taibi e il cuore pompa di amaranto.
Basta una sola immagine a fare il giro del web: un abbraccio per riempirci il cuore, ma il prosieguo deve irrompere con altre forti azioni e fatti che tutti indistintamente attendono. Inspiegabile il corso dei recenti fatti, con pagine e giornali che si sfidano a raccontare e giudicare (non ho più scritto un pezzo dopo l’ultima partita proprio per lo smarrimento deontologico che mi attanaglia, data l’assenza di logica in tutto l’iter che ha “caratterizzato” la società).
Speriamo: adesso dobbiamo lottare per poter vedere quel pallone e quelle casacche amaranto correre per spiegare ai ragazzi che la Reggina vuole giocare con la “vera legalità”. Credo nei ragazzi di quella splendida curva che, se promettono di incontrarsi per discutere, lo faranno davvero e spero che possano civilmente far capire con azione e voce una sola cosa: Reggio Calabria vuole e deve restare nel girotondo di questo calcio, che nulla ha da insegnare alla Reggio civile e per bene. Chi di dovere dovrà rincorrere normalità e responsabilità con criteri (forse) diversi e alto senso del diritto, perché lo sport e la gioventù amaranto ne hanno davvero tanto bisogno.