Maggio 2003 (giusto vent’anni fa): Reggina batte Juventus 2-1, data storica per Adrian e Anita. Da quel giorno una passione infinita, “A Reggio mi sento come a casa. Mi chiamo Adrian Gabor, sono nato in Ungheria”. Trasferimento a Londra nel 2009, dove attualmente lavora come store manager, vive insieme alla simpatica moglie Anita e la piccola figlioletta di 9 anni.
“Mio padre mi portò per la prima volta allo stadio della nostra squadra locale, a Pecs, quando avevo 6 anni. Tifare per la squadra di calcio della mia città è stata una scelta di vita”. La squadra del cuore? “Non ho mai avuto una squadra del cuore in Europa. È sempre stato fantastico guardare il grande Milan di Fabio Capello negli anni ’90, il Man Utd di Ferguson quando ero adolescente, ma non sono mai diventato un loro tifoso. Non avrei mai pensato di trovare in seguito questo legame affettivo con una piccola squadra di Reggio Calabria”.
Da allora è passione REGGINA. Una favola, quella di Adrian, da libro Cuore. Cuore amaranto come quello che batte quando arriva il venerdì e la sua famiglia si prepara a raggiungere le varie città dove gioca la squadra di mister Inzaghi. Racconta felice: “Era il 2003, c’era in diretta sulla tv sportiva ungherese una partita Reggina-Juventus. L’atmosfera al Granillo era fantastica, i 27.000 tifosi hanno incitato instancabilmente la loro squadra per oltre 90 minuti. Quello fu il momento in cui decisi che la Reggina sarebbe stata la mia squadra del cuore”. Non ha mai mollato, neppure nei momenti più bui della storia amaranto. “Ho seguito la squadra in ogni stagione, anche nel periodo difficile della Serie D. Ho avuto un buon rapporto con i nostri 2 giocatori amaranto ungheresi Kovacsik e Szatmari, che mi hanno sempre tenuto aggiornato sulla squadra.
La prima partita della Reggina a cui hai assistito personalmente? E’ stata nel 2018 a Catania. Da quel momento viaggio ogni volta che posso. Le partite in trasferta sono molto più facili per me, di solito ci vogliono 12-14 ore per arrivare a Reggio Calabria perché non ci sono voli diretti da Londra. Anita mi segue e ha più maglie di me (ride)”. “Ho incontrato tante brave persone a Reggio Calabria negli ultimi anni, apprezzo molto come mi hanno accettato nella società. Ma una cosa la dico sempre: non sono poi tanto diverso da tutti gli altri tifosi della Reggina che seguono settimana per settimana la squadra, rappresentando il colore amaranto della città in casa e in trasferta. Devo viaggiare un po’ di più, ma tutti noi sacrifichiamo qualcosa della nostra vita per vivere questa passione, chiamata Reggina”. Adrian è un vero esempio di attaccamento verso il colore amaranto: “Lo sport contiene in sé una forte valenza educativa, per la crescita della persona: crescita personale, nell’armonia di corpo e di spirito, e crescita sociale, nella solidarietà, nella lealtà, nel rispetto” cosi ha detto Papa Francesco e così agiscono Adrian Gabor e la sua Anita con una passione condivisa nel tempo e ovunque vadano, con un contorno tutto amaranto. Siamo fieri di voi, amici Adrian e Anita!