Emiliano Bonazzoli – foto Luca Pietro Santi

“Seguo sempre la Reggina, non l’ho mai dimenticata”. Inizia la sua carriera a Brescia, poi Cesena, Verona. Facciamo poi un salto al 2003: in quell’anno, il presidente Foti lo volle a Reggio con Aimo Diana e Stefano Torrisi.
Emiliano Bonazzoli giunge in riva allo Stretto dove trascorrerà in totale sei stagioni (due parentesi 2003-2005 e 2009-2012): 175 presenze e ben 43 gol. Lo incontriamo prima di un allenamento pomeridiano con i suoi ragazzi del Fanfulla, a Lodi in serie D. L’indimenticato bomber ricorda bene gli anni trascorsi in Calabria. “Sono stati sei anni in cui ho conosciuto il calore e l’affetto della gente, mi hanno sempre aiutato”. 2 giugno 2003: una data cruciale per rimanere in serie A. Siamo a Bergamo, “incredibile l’adrenalina di quei due giorni”: un gol storico che fece impazzire di gioia una curva di tifosi amaranto e precipitare l’Atalanta in serie B.
La Reggina di oggi? “Finalmente, dopo l’era Gallo, ha trovato una stabilità positiva. Adesso c’è una società organizzata con Massimo Taibi, Martino e mister Pippo Inzaghi, persone esperte e brave. Non è semplice far bene in così poco tempo: la Reggina ha una rosa ampia e tanti giocatori validi, guidati da un allenatore ambizioso. Ho avuto anch’io tanti allenatori importanti: da Colomba a Mazzarri con le sue idee facili, poi Novellino e Prandelli persona di grandi doti. Ognuno con il suo modo, ognuno diverso dall’altro”.
Come lavora il Bonazzoli allenatore? “Cerco di trasmettere ai miei ragazzi quanto di meglio ho appreso lungo il mio percorso professionale. I giovani, in generale, oggi hanno tante scelte e non tutti seguono solo il calcio”. Prende il cellulare in mano, guarda l’orologio: il tempo è volato come lui planava sotto la curva dopo una rete! Borsone in spalla, i giovani del Fanfulla lo aspettano per studiare il prossimo avversario, ci saluta cordialmente. Reggio non ha dimenticato, il “gigante buono” (è alto 192 cm, n.d.r.) lo sa bene.