Esce con Castelvecchi editore “Romanzo Libanese”, un romanzo dai contenuti forti, per mano dello scrittore e criminologo Domenico Romeo.
“Mi raccontano che ancora oggi, in fasce, davanti a un fucile puntato, restai immobile, guardai l’arma come un probabile biberon da cui avrei ricevuto cibo e latte”. E’ l’incipit del racconto della protagonista di una narrazione diaristica che colpisce e attrae il lettore da subito e lo accompagna nello scorrere di pagine coinvolgenti in cui compaiono senso di rivoluzione e amore omosessuale non ricambiato in un Libano ancora scosso dalla strage di Sabra e Chatila del 1982.
A ciò si aggiungono confini geografici solcati dalla passione, dall’odio e dal credo confessionale, fra desiderio di amore e sterminio. Storie profondamente intrecciate che, partendo dal Medio Oriente, si rifugiano in Europa pianificando l’idea di insurrezione ed esportazione della guerriglia, calandosi successivamente nei preparativi del G8 di Genova subendo poi la furia di quei giorni.
Dal profondo Libano, dal sogno di fuga in Europa di una guerrigliera cristiana, un intreccio di vite con donne ebree, palestinesi, fra spionaggio internazionale, traffici di droga di Hetzbollah, occulti finanziamenti del terrorismo, senso del martirio. Il ritorno in Libano, poi, dopo anni, con la visione di un Paese in via di ricostruzione, fra senso di colpa e legami profondi. Uno psico-thriller moderno, una narrazione unica nel suo genere in cui ideologia e ossessione costituiscono il nucleo fondante dei personaggi e che riesce a collegare percorsi umani di più generazioni legate fra loro.