Riceviamo e pubblichiamo:
Domenica scorsa faceva parecchio caldo, molti di voi si saranno recati in spiaggia per un tuffo al mare prima di guardare la finale degli Europei…Io no, perché mia figlia è una ragazza autistica che, da qualche anno ha deciso che non vuole più andare al mare e che non le piace più nuotare, come invece adorava fare da piccola. O meglio, con me non ci viene in spiaggia; quando riesco ad avere disponibilità economiche aggiuntive per ricompensare il lavoro di qualche ragazza che mi aiuta, allora la porto qualche ora al mare per alleviarle i sintomi dell’allergia respiratoria di cui soffre fin da bambina e per godere anch’io di qualche ora di sole.
I programmi, però domenica scorsa erano altri: giretto in macchina per guardare il mare dal lungomare di Gallico e comprare i dolcini. E’ una delle poche cose che mia figlia ama fare, segue i suoi rituali come tutti gli autistici e per me, mamma vedova e ultra-settantenne, la sua tranquillità non può che essere una priorità: solo chi vive la quotidianità con questa malattia sa di cosa io stia parlando ma, credetemi, gestire le crisi di un’autistica da oltre trent’anni metterebbe chiunque alla prova e, col passare del tempo, le energie diminuiscono sempre di più. Dunque giretto e poi a casa a pranzo: questo il programma!
Peccato che, una volta aperto il portone di casa, constato immediatamente la sparizione della mia autovettura, una Hyunday i10 azzurra recante il tagliando disabili esposto sul cruscotto. Alla mia incredulità per il furto subito dentro un condominio del quartiere di San Giorgio-Pio XI, protetto da un cancello elettrico, si è subito aggiunta la reazione disperata di mia figlia. Un’autistica non capisce il cambio programma, se è vestita e pronta per uscire si esce e basta. Un’autistica non la convinci che invece che in macchina si fa la passeggiata a piedi, soprattutto se ci sono 40 gradi e lei cammina male.
Una ragazza autistica non trova spiegazioni al fatto che dentro casa sua sia entrato un estraneo e gli abbia sottratto la sua macchina, quella che lei utilizzava per andare al centro dove trascorre le mattinate, quella che la accompagnava nelle sue rilassanti passeggiate il sabato e la domenica. E sinceramente fatico molto anch’io a comprendere come si possa rubare un’automobile con esposto il tagliando disabili o come si esca da un cancello elettrico di un condominio indisturbatamente; i pensieri si affollano in testa, si cerca una spiegazione che non si trova. La mia macchina non era nuova, anzi aveva la carrozzeria piuttosto malconcia, ma era l’unico mezzo che avevo a disposizione per cercare di gestire mia figlia in modo dignitoso. Per me significava autonomia e sicurezza, sapevo che se mia figlia avrebbe avuto una crisi, se fosse stata troppo nervosa avrei potuto proporle il nostro “tour” che tanto la rassicurava.
Non riuscirò a spiegargli questa cattiveria gratuita a mia figlia, è autistica e non lo capirebbe…in realtà non lo capisco neanch’io…forse le mamme dei figli autistici dopo molti anni acquisiscono di diritto la “condizione” dei loro figli. Spero che le forze dell’ordine a cui ho denunciato l’accaduto spendano tutte le energie possibili nella ricerca della mia automobile, prendendo anche visione delle immagini presenti nelle telecamere poste lungo la strada.
Auguro invece a chi ha compiuto questo ignobile gesto di provare un po’ di vergogna, perché sarebbe un’emozione che potrebbe riavvicinarli all’umanità.
Lettera firmata