Massimiliano Murolo

Un comitato istituito da persone libere, che non vogliono altro che creare qualcosa d’importante per i loro diritti di lavoratori, nel segno e nel ricordo di quei Moti che, cinquant’anni fa, hanno spinto un’intera cittadinanza a lottare per la propria dignità.
E’ la presentazione (in soldoni), tramite la voce del suo socio fondatore Massimiliano Murolo, del Comitato Identità e Azione Tirocinanti Calabresi, avvenuta oggi presso il ristorante “Barbecue” di Reggio Calabria: un gruppo (si fa per dire, dato che, tra Regione e Città Metropolitana, coinvolge circa 7.000 persone) dichiaratamente apolitico, che non cerca appoggi interessati né da destra né da sinistra, composto da tirocinanti che desiderano veder riconosciuti i loro diritti.
“Già prima di incontrare oggi la stampa, ci siamo confrontati proprio con tutti, dai politici di ogni schieramento fino ai sindacati, grandi e piccoli – hanno dichiarato – e prossimamente organizzeremo un evento con l’UGL per ricevere ancora più visibilità e sostegno. Abbiamo tristemente constatato come diversi politici non conoscano i nostri problemi e, addirittura, non sappiano neppure della nostra esistenza; proprio per questo motivo, gli staremo dietro costantemente in modo da ottenere risultati concreti”.

“Il nostro comitato è di TUTTI i tirocinanti, ma negli ultimi anni non siamo mai riusciti a fare corpo come avremmo voluto, un fattore quest’ultimo molto importante, perché la massa riesce sempre ad attirare di più l’attenzione della società e ovviamente della politica“. Non sono mancate neppure le accuse, molto precise: “La Regione Calabria negli anni ci ha letteralmente truffati – hanno sostenuto – trascinandoci in tirocini infiniti che avrebbero dovuto sfociare in contratti di lavoro stabili, ma così non è stato! Ringraziamo di cuore il sostegno del movimento Reggio Attiva che ci ha consentito di attivarci davvero ed agire finalmente senza più lamentele inconcludenti; ringraziamo inoltre i piccoli sindacati come USB e UGL, che hanno sempre parlato di noi in molte occasioni, cosa che non hanno fatto invece le grandi sigle sindacali“. L’obiettivo, quindi, è molto chiaro e semplice: “Vogliamo tornare alla politica, quella vera nel senso più ampio e antico del termine, naturalmente laddove sia possibile adeguarlo al giorno d’oggi. Non vogliamo cadere nel tranello della guerra tra poveri, perché ci sentiamo come una corporazione che accoglie tutti, uniti per raggiungere un unico obiettivo con i fatti, come stabilito dal nostro statuto. Abbiamo perso fin troppo tempo in chiacchiere e alcuni di noi sono addirittura vicini alla pensione!”