Il ritorno del guerriero che aveva lasciato il Granillo da calciatore un quarto di secolo fa: adesso varca i cancelli come allenatore, accolto da un lungo applauso dei cronisti e dai cori di un capannello di tifosi raccoltisi spontaneamente fuori dallo stadio.
Un visibilmente emozionato (e commosso) Alfredo Aglietti ha preso parte alla conferenza stampa presentandosi ufficialmente come nuovo mister della Reggina, accompagnato dal presidente Luca Gallo: tutti, dal mister ai cronisti fino ai supporter, si sono lasciati andare ovviamente ai ricordi ed alla nostalgia. “La nostra scelta di Aglietti è motivata dal suo essere rappresentativo di qualcosa di più che un semplice ex giocatore amaranto, ora nuovo mister del club – ha esordito Gallo – e infatti, con lui è stata condotta una trattativa-lampo proprio per questa condivisione di affetto che lui prova verso la società e la tifoseria”.
“Devo ammettere che sono molto emozionato – ha dichiarato Aglietti – questa è una conferenza stampa diversa dal solito per me, poiché torno a Reggio Calabria dopo quasi 30 anni: un ritorno che ha fatto riaffiorare in me diversi ricordi di quel biennio (1994-1996, n.d.r.) che ho trascorso con la maglia amaranto. Ha ragione il presidente: è stato un matrimonio facile da combinare, semplicemente loro volevano me ed io (ri)volevo la Reggina, una piazza in cui si può lavorare molto e bene”.
Le parole, molto spesso, sono state toccanti: “Sapevo che la città mi avrebbe accolto bene, ma il trattamento riservatomi sui social e con gli striscioni non capita certo a chiunque, non me l’aspetto proprio tanta calorosità! Con Reggio ho costruito negli anni un rapporto che non ho avuto con nessun’altra tifoseria, l’entusiasmo nel rivedermi mi ha lasciato piacevolmente sorpreso“. Come riorganizzerà la rosa? “I tifosi possono stare tranquilli: comporremo una buona squadra lavorando sullo zoccolo duro già esistente e senza sbagliare nella scelta dei giocatori. La Reggina avrà una sua identità ed una filosofia per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, anche se questa non è la sede per parlarne. La mia sarà una squadra che giocherà davvero a calcio sfruttando la qualità dei giocatori che avremo a disposizione, e faremo di tutto affinché ciò accada”.
Ma l’imperativo, ha poi concluso, resta uno solo: “Non vedo l’ora di ridare orgoglio al club e ai tifosi; conterà soprattutto l’atteggiamento con cui si scende in campo, non tanto i nomi dei calciatori e neppure il blasone della società. L’ Aglietti allenatore farà ovviamente la sua parte, ma i protagonisti saranno solo i giocatori, con i quali ci sarà un connubio totale“.