Era stata definita dal New York Times la “Prima ballerina assoluta“. Leggera come una piuma sulla scena, solida e dedita al sacrificio nella vita: ha abbandonato il mondo terreno l’eterna étoile Carla Fracci. La stella della danza italiana nel mondo aveva 84 anni e combatteva da tempo contro un tumore che, purtroppo, non le ha lasciato scampo.
Per sempre Gisele
Nata il 20 agosto 1936 a Milano da madre operaia e padre alpino, Carla Fracci si avvicina alla danza quasi per caso, grazie ad alcuni amici di famiglia. Carla ha 10 anni quando supera l’esame d’ingresso al Teatro alla Scala del capoluogo lombardo e l’impatto con una vita rigida, composta da disciplina e duro lavoro, all’inizio non è semplice per una creatura così giovane, come la stessa stella delle punte racconterà in diverse interviste. “All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno mentale e fisico. Io, poi, sognavo di fare la parrucchiera. Fu pesantissimo“, ha sempre ammesso la ballerina, donna aggrappata alle sue radici umili, il cui carattere è stato forgiato negli anni dalla dedizione e dalla voglia di migliorarsi sempre: qualità che l’hanno resa un’icona non solo della danza internazionale, ma dell’arte spettacolare intera. Sin dall’età di 12 anni, la Fracci riuscirà a farsi notare studiando al fianco di grandi nomi della coreografia come la sovietica Vera Volkova. Nel 1958 raggiunge l’ambìto traguardo di prima ballerina proprio alla Scala, la sua seconda casa, dalla quale si allontanerà temporaneamente in seguito ad alcune incomprensioni che non fermeranno, tuttavia, la sua ascesa all’Olimpo dei grandi ballerini.
Tanti i ruoli portati in scena – e non solo: Carla Fracci amava regalare le sue esibizioni ad un pubblico eterogeneo, da quello elitario dei grandi teatri a quello “pop” della televisione – che hanno reso immortale la danzatrice e coreografa milanese, tra i quali spicca senza dubbio Giselle, personaggio che sembra quasi cucito su misura per lei: l’eterea contadina, dalle origini umili ma dotata di un’eleganza quasi mitica, che danza con il suo tutù color bianco. Ed è il bianco il colore che meglio contraddistingueva Carla Fracci, il cui unico vezzo era proprio quello di portare abiti di questo colore così neutro, brillante, puro.
La vita per la danza
Performer delicata, donna volitiva, Carla Fracci è stata capace di rapportarsi ai grandi nomi della danza (del leggendario Rudolf Nureyev, con il quale lavorò nel 1963, disse: “Carattere difficile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi“) così come alle figure importanti della classe politica nostrana. Risale al 2012 il suo accorato appello all’allora Presidente della Repubblica Napolitano per impedire la chiusura dei corpi di ballo dalle fondazioni liriche: “Il ballo classico – dichiarò con sobria veemenza – ha dato prestigio al nostro Paese ed è triste che oggi sia considerato residuale. Un’arte nobile come questa non può essere trattata come una Cenerentola“.
Una donna esile ma tutta d’un pezzo Carla Fracci, capace anche, però, di ironizzare su se stessa, come quando espresse ilarità sincera per la sua imitazione offerta da Virginia Raffaele. La Fracci, ammirata e seguita non solo dal popolo della danza ma da un intero universo, lascia dietro di sé un vuoto incolmabile, soprattutto nell’amato consorte Beppe Menegatti, regista con il quale condivise amore e impegni lavorativi e nel figlio della coppia, Francesco. “Vorrei dire tante cose, perché è una vita insieme, dal 1953 a oggi che ci si conosceva, abbiamo fatto tante cose, un figlio meraviglioso che è qui con me e presto arriveranno anche i nipoti da Roma, ma è troppo triste. Troppo“, queste le prime, strazianti parole di Menegatti, seguite dal ricordo di tanti nomi noti della politica, della danza, dello spettacolo.
I funerali di Carla Fracci si terranno sabato alle 14.45 nella Basilica di San Marco, mentre la camera ardente dell’étoile sarà allestita da domani (ore 12:00-18:00) nel foyer del Teatro alla Scala, pronto a tributare alla sua stella più luminosa l’ultimo, affettuoso saluto.