Articolo di Gianluca Tripodi, opinionista
Che oggi sicuramente sarebbe stato un pomeriggio ad altissima tensione lo si vedeva già dai primi attimi di gioco, in cui sia una squadra che l’altra purtroppo hanno sbagliato parecchio. Tuttavia, dopo una fase iniziale di studio e di reciproco timore, la Viola mette il turbo e, con un fortunato Barrile in grande spolvero, comincia a prendere il largo: il primo quarto si chiude con i nerarancio in vantaggio di 8 punti. Nel secondo parziale Avellino, operando una prevedibile rimonta, riesce addirittura ad andare in vantaggio sul 25 a 26; ma tuttavia, dopo un time out di consultazione, la Viola riesce a riordinare le fila e grazie alla tambureggiante azione di Enrico Gobbato e alla altissima vena realizzativa di Giulio Mascherpa (sua, nel secondo quarto, una tripla da quasi 9 metri) la Viola conclude la seconda frazione in vantaggio di 12 lunghezze.
Nel terzo quarto, si prevederebbe un’ulteriore azione in rimonta di Avellino, ma tuttavia una serie di tre triple, di cui due di Genovese e una di Gobbato, cominciano a spaccare letteralmente la partita; grazie anche alla presenza troneggiante di Yande Fall sotto canestro, sempre più arpionatore di rimbalzi, con i tiri precisi anche in penetrazione di Genovese e Mascherpa, la Viola vola addirittura sul 63 a 42. Tutto finito?
Avellino non è dello stesso parere: grazie anche alla sempre presente azione di Valerio Costa, ex di lusso di turno, ai tiri da tre di riccio di Trapani e Marra, Avellino si rifà sotto fino ad arrivare addirittura al 63 a 55. Anche qui però la Viola non perde la calma e la concentrazione: dopo un’ulteriore time out chiamato dal coach Bolignano, i nerarancio riprendono la loro azione martellante soprattutto con il tiro dall’arco: un’ulteriore tripla incredibile, realizzata ancora una volta da Giulio Mascherpa allo scadere dei 24 Secondi e da una distanza di 8 metri e mezzo, suggella la vittoria finale.
La Viola conclude sul 79 a 64, ma già fra 48 ore si replica sempre al Palacalafiore per la gara 2 sempre contro Avellino, che, siamo certi, venderà cara la pelle.