E’ previsto per il prossimo 23 marzo il debutto in prima serata su Rai Uno della fiction “Leonardo“, promettente co-produzione internazionale ideata da Frank Spotnitz e Stephen Thompson, che vede l’attore irlandese Aidan Turner vestire i panni del genio dell’arte e delle scienze Leonardo da Vinci.
Tra mito e realtà
La miniserie in otto puntate – legato da un ideale fil rouge con un’altra importantissima produzione televisiva targata Rai, “I Medici” – parte dalla figura dell’istrionico Leonardo da Vinci, inventore, scienziato ed artista italiano, mixando sapientemente storia e leggenda. La vicenda ruota attorno a due perni principali: il rapporto speciale che intercorre tra il protagonista e la sua amica e musa Caterina da Cremona (interpretata dalla bravissima Matilda De Angelis, già vista in “Tutto può succedere” e “The Undoing“) e la sparizione di quest’ultima, della cui morte presunta sarà accusato proprio Leonardo.
Ad investigare sulla dipartita di Caterina sarà chiamato Stefano Giraldi (Freddie Highmore, produttore esecutivo della serie), in un crescendo di enigmi, suspense e dramma che vedranno l’artista coinvolto anche in una rivalità piuttosto accesa con il suo mecenate Ludovico Sforza (James D’Arcy, apprezzato interprete di “Broadchurch” ed “Avengers: Endgame“). Completano il blasonato cast di “Leonardo” l’immenso Giancarlo Giannini (che interpreta il maestro di Leonardo, Andrea del Verrocchio), Robin Renucci, Miriam Dalmazio e Claudio Castrogiovanni.
Giallo avvincente
Non si tratta del solito biopic: “Leonardo” potrebbe essere piuttosto definito un giallo avvincente, un genere che ben si destreggia tra il caso di cronaca totalmente inventato e la bellezza reale tramandata ai posteri dalle opere di da Vinci.
Punto forte della produzione televisiva è proprio la figura di Leonardo, la cui travagliata gioventù ha colpito particolarmente Aidan Turner. “Quando ho scoperto la sua infanzia difficile, e che non ha fatto neppure una scuola normale, ho capito che quella era la chiave – spiega la star di “Poldark” – raccontare la sofferenza, il tormento di un artista che non è accettato dai suoi pari. E neppure dai suoi fratelli, che lo esclusero dall’eredità in quanto illegittimo! Questo è qualcosa in cui qualsiasi artista può riconoscersi, perché, senza il favore del pubblico, l’artista non esiste“.