Domani al San Vito-Marulla, calcio d’inizio ore 21, Cosenza e Reggina si sfideranno nel Monday-night per un derby che mette in palio punti importanti in classifica per entrambe. Una partita molto sentita tra le due tifoserie, che nel corso degli anni ha lasciato scolpiti nella mente di addetti ai lavori, e non solo, storie ed episodi legati ai protagonisti scesi in campo. Tra questi, senza ombra di dubbio, rientra a gran merito Gianluca Savoldi, bomber di razza e doppio ex.
L’attaccante bergamasco, infatti, ha indossato la maglia rossoblù nella stagione 2000/2001 collezionando 33 presenze e realizzando 10 reti; trasferitosi subito dopo alla Reggina, in 62 apparizioni va’ a segno in 20 occasioni contribuendo notevolmente all’immediato ritorno in Serie A ed entrando di diritto nella storia degli amaranto. Insieme a lui abbiamo discusso del match in programma domani sera.
Le ultime partite hanno evidenziato una Reggina in crescita; adesso, i ragazzi di mister Baroni faranno visita al Cosenza che, allo stato attuale, è la squadra che ha ottenuto più pareggi. Che derby ti aspetti?
“I derby esulano da quelli che sono i valori attuali ed assoluti delle squadre. In questo tipo di partite molto attese, si dà sempre qualcosa in più oppure si riesce a fare di meno a causa di un eccesso di adrenalina che può creare dei problemi. In questi contesti, gioca un ruolo importante l’abitudine ad affrontare gare del genere, dove ci si aspetta tanto dai giocatori più navigati, i quali a loro volta avvertono una responsabilità diversa. La Reggina, in questo periodo, ha dimostrato di essere in netto progresso, ma il Cosenza non sta sicuramente indietro e con una, due vittorie anche la classifica dei rossoblù può diventare molto interessante perchè diverse squadre sono distanziate da pochi punti”.
Alla corte di Occhiuzzi sono arrivati Tremolada e Mbakogu. Pensi che questi innesti possano risolvere il problema del gol rossoblù?
“Sono giocatori che, di sicuro, daranno una mano, anche se la mancanza di reti non dipende sempre dagli attaccanti, non per il loro valore assoluto, ma da una condizione non ottimale oppure sono meno fortunati e non brillanti dal punto di vista della realizzazione. Dati alla mano, penso che ci siano tutte le premesse perché il Cosenza possa essere più prolifico sotto porta”.
Secondo te, cosa dovrebbe fare Menèz per calarsi meglio nella realtà della B italiana e poter essere lui l’”uomo partita”?
“Si, Menèz potrebbe essere l’uomo partita perché ha carisma ed esperienza. Certamente, recitano un ruolo importante le motivazioni come fattori imprescindibili per poter dare quel qualcosa in più. Diventa pensiero comune che un giocatore di tale caratura, scendendo di categoria, debba fare per forza di cose la differenza e, di conseguenza, le aspettative sono alte. A volte non capita, perché le motivazioni stesse non coincidono con le aspettative in capo agli stessi calciatori. E’ innegabile che atleti come Menèz non possono mai avere le motivazioni (soprattutto lui che non ha mai disputato la serie B italiana) di un giovane che ha tantissima voglia di mettersi in luce”.
Quale derby ricordi con maggior piacere?
“Ho giocato due derby, entrambi con la casacca amaranto perché, quando ero al Cosenza, la Reggina stava disputando il suo secondo campionato in A. Quando indossi la maglia dell’una o dell’altra squadra durante un derby, dai l’anima ed essa diventa come una seconda pelle. Al mio ritorno a Cosenza, ricordo, ci fu qualche scaramuccia come sempre in queste situazioni. Quando mi sono trasferito alla Reggina, venivo da una buona stagione con i rossoblù e, essendo oggetto di mercato, per loro è stata l’occasione per una cessione importante. In quel momento, ci fu tanto rispetto (unito ad un pò di delusione) all’interno della tifoseria silana ma, ripeto, fu una cessione obbligata. Il mio legame con la Calabria è forte: Cosenza e Reggina sono due piazze che mi hanno permesso di arrivare nel calcio importante, in generale mi hanno dato di più e a loro ho donato tanto perché mi hanno permesso di esprimermi bene. A Reggio ho vissuto un periodo meraviglioso perché è coinciso con l’annata della serie A, in cui conquistammo una salvezza sofferta” .