Alcuni uomini sono destinati a rimanere a lungo nella memoria e ad entrare nel mito, combattenti che, con le loro imprese straordinarie, hanno creato un punto di rottura con il passato legando indissolubilmente il proprio nome alla Storia della propria Comunità. Senza dubbio alcuno, uno di questi è il Senatore Ciccio Franco, leader della Rivolta di Reggio, politico e sindacalista dalle eccezionali doti umane, un uomo del popolo, generoso, dotato di un grande carisma, di un coraggio fuori dal comune e di quello spirito indomito tipico di chi non riesce a chinare la testa, di chi non riesce ad accettare supinamente prevaricazioni, angherie e soprusi.
Spirito libero, anticonformista nel Dna, pagò sulla propria pelle il proprio smisurato amore per Reggio, anteponendolo anche alla propria militanza politica; infatti subì diverse espulsioni da quel M.S.I. nel quale fu eletto per la prima volta Senatore alle elezioni politiche del 1972, con un risultato eccezionale, il 36,2% dei voti.
Probabilmente, proprio a causa di questa sua militanza controcorrente, alla sua figura non è stata riconosciuta la giusta importanza storica, ma per la gran parte dei reggini, per i pochi attivisti che, rispondendo ad una chiamata interiore, per puro spirito di servizio, ancora oggi si accostano alla Politica in maniera romantica, è divenuto non solo un simbolo, ma un esempio da seguire.
A distanza di mezzo secolo dall’inizio della Rivolta e a ventinove anni dalla sua scomparsa, ancora oggi, il suo grido di battaglia, “boia chi molla”, continua a riecheggiare nelle strade. Una frase antica, ma ancora attuale, così come tanti dei suoi capolavori di oratoria “…per questa nostra terra sventurata, per questa battaglia che noi abbiamo iniziato, può vigere quel verso cantato in un momento drammatico della vita politica italiana dall’immaginifico della politica e della cultura italiana, che voglio ripetere in un momento drammatico per la vita della nostra città: «Noi non possiamo perdere per quella ragione divina per cui il Sole non si può spegnere»”. Nell’anno in cui si celebra il cinquantesimo anniversario della Rivolta, avremmo voluto onorarne la memoria in modo diverso, purtroppo questo nuovo lockdown non lo ha permesso ed allora, come ogni anno, il prossimo 16 Novembre non mancherà la deposizione di un omaggio floreale alla stele a Lui dedicata.
Nicola Malaspina
Consigliere Comunale e Presidente Centro Studi Tradizione Partecipazione