Un nuovo, drammatico lutto colpisce il panorama dello spettacolo e della musica italiana. Dopo aver salutato per sempre Gigi Proietti, il Belpaese si accinge a piangere la morte del musicista, paroliere e storico batterista dei Pooh Stefano D’Orazio. L’artista 72enne è deceduto nella serata di ieri in ospedale. Ricoverato da due settimane, pare fosse malato da tempo.

I Pooh, una grande famiglia

La morte di D’Orazio ha sconvolto fan, patiti della buona musica, colleghi e giornalisti. Il primo a rendere nota la scomparsa del batterista è stato l’amico Bobo Craxi. “Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù. Ciao!“. Un fulmine a ciel sereno, una notizia che prendeva forma man mano che la voce della dipartita del batterista dei Pooh veniva ufficializzata dai principali organi di stampa nazionale.
Ulteriori dettagli sono poi trapelati dal post di Roby Facchinetti, amico e collega di D’Orazio. “STEFANO CI HA LASCIATI! Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Red, Dodi, Riccardo“. Una vita, quella del musicista romano, dedicata alla musica. Nato nel 1948, Stefano D’Orazio entra a far parte dei Pooh nel 1971, sostituendo il collega Valerio Negrini. Una grande famiglia, quella della band, all’interno della quale D’Orazio resta fino al 2009. A proposito di questa separazione artistica – dolorosa, ma rispettata dagli altri componenti della band – il batterista aveva dichiarato: “Decisivo è stato soffiare sulle 60 candeline e realizzare che avevo speso più per quelle che per la torta. Ho suonato il tamburo tutta la vita. Ora vorrei fare altro“.
Artista poliedrico, Stefano D’Orazio dedicò parte della sua carriera alla realizzazione di musical di successo, per i quali si avvalse sempre della partnership dei “fratelli Pooh”: “Alladin“, “Pinocchio“, “W Zorro“, “Cercasi Cenerentola“; il batterista fu persino contattato dalla storica band svedese degli ABBA per l’arrangiamento italiano dei testi del musical “Mama mia!“. Stefano D’Orazio scrisse anche due libri: “Confesso che ho stonato – Una vita da Pooh” del 2012 e “Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere alcuna voglia di sposarsi” del 2018, quest’ultimo incentrato sulla sua unione sentimentale con la storica compagna Tiziana Giardoni, che sposò tre anni fa. La coppia non ebbe figli, ma D’Orazio si ritenne sempre un padre per Silvia Di Stefano, figlia della cantante Lena Biolcati, la cui carriera nell’universo delle sette note fu proprio supportata dai Pooh.

Rinascerò, Rinascerai

Profondo il dolore di tutto il mondo della musica e dell’entertainment nostrano, amplificato anche dal fatto che, stando ad alcune indiscrezioni, Stefano D’Orazio potrebbe essere stato ucciso dal Covid-19. Il batterista sarebbe dunque una delle innumerevoli vittime di questa pandemia, alle quali egli stesso e Roby Facchinetti dedicarono, lo scorso aprile, un sentito pensiero in musica: “Rinascerò, Rinascerai“. La genesi del brano fu raccontata nei mesi scorsi proprio da Facchinetti, che al brano composto e diffuso per scopi benefici ha prestato voce e musica. “Appena finita la composizione, ho chiamato Stefano D’Orazio e, travolto dalla commozione, gli ho chiesto se avesse visto quell’immagine e gli ho chiesto di scrivere un testo“. Il risultato è ben noto alle orecchie di tutti: un’opera struggente ma carica di speranza, quel mix di sentimenti radicati nell’animo umano che hanno caratterizzato la carriera dei Pooh e dei componenti della band anche nella loro fase solista. Le bacheche dei principali social network, intanto, pullulano di omaggi e sentite condoglianze per Stefano, intervallate da video musicali dei più grandi successi della band, da “Piccola Katy” a “Uomini soli“.
Ciao zio SDO, in questo giorno di grande sofferenza per tutti noi io ti voglio ricordare così: alla tua batteria – cinguetta affranto Francesco Facchinetti, figlio di Roby – Quella batteria infinita, grandissima, che è diventata il tuo simbolo: la batteria di Stefano D’Orazio! Ti ho voluto bene e tu ne hai voluto a me…buon viaggio“.
Red Ronnie, uno tra i primi ad ufficializzare la trista notizia, ha twittato: “Stefano D’Orazio è volato nell’altra dimensione….“; e ancora, il giornalista Paolo Giordano: “Da non crederci, Stefano D’Orazio se ne è andato. Un grande professionista, un amico, un signore che ricorderemo sempre. Sono senza parole. #stefanodorazio #pooh“.
Incredulità, sconcerto, sofferenza ed un pensiero ad amici e alla moglie Tiziana sono espressi anche nel post della conduttrice Rai Caterina Balivo. “Senza parole per la perdita di Stefano D’Orazio, storico batterista dei #Pooh, band che ha segnato la storia della musica italiana. Questo 2020 non finisce più di sconvolgerci. Buon viaggio #stefanodorazio Cuore rosso Un abbraccio grande a Tiziana, sua moglie“.
Ci sono, poi, i ricordi dei suoi fan. Quei fan che hanno cantato a squarciagola i grandi successi dei Pooh, che si sono rattristati proprio per il momentaneo abbandono di Stefano D’Orazio, che hanno celebrato il cinquantennale della loro carriera nel 2015, che ancora adesso pensano che la notizia della morte di D’Orazio sia solo un brutto, bruttissimo scherzo. Purtroppo non è così, ma come per tutti i grandi artisti anche per Stefano D’Orazio continueranno a parlare le sue opere: quelle sì, che sono immortali.