Immagini di Valentina Giannettoni

Quindici tiri in porta, 9 fuori, 13 calci d’angolo, una traversa, un gol non gol, un rigore, oltre un’ora in superiorità numerica: la Reggina non riesce a fare suo il primo derby calabrese di serie B. Il momento clou della gara è poco dopo la mezz’ora: punizione calciata da Bellomo, non trattenuta da Falcone, tocco di Loiacono verso la porta fermato con la mano da Tiritiello… Rigore! No, gol! No, rigore ed espulsione. Alla fine di un lungo colloquio tra arbitro ed assistente (rigore per il primo, per il secondo la palla aveva superato la linea) sul dischetto si è presentato Denis, che ha forse calciato il peggior rigore della sua vita consentendo a Falcone di iniziare la sua sfida personale contro gli amaranto.
In superiorità numerica, la realizzazione del rigore avrebbe praticamente chiuso la contesa a un’ora dal triplice fischio, ed invece alla fine la strenua resistenza del Cosenza ha avuto ragione.
Intossicata la vigilia del derby dalla becera esposizione notturna al Granillo di striscioni volgari da parte di pseudo tifosi del Cosenza, all’ingresso dei giocatori in campo c’è stata una parvenza di ritorno alla normalità grazie al tifo del migliaio di presenti, prima del minuto di raccoglimento in memoria della presidente della regione Jole Santelli.
I due tecnici, Toscano ed Occhiuzzi, hanno schierato le squadre in maniera assolutamente speculare, con una particolare attenzione da parte cosentina alla marcatura delle fonti di gioco amaranto (Crisetig, Bellomo, Menez) ed a bloccare le giocate sulle fasce, così gran parte del primo tempo è scivolato senza sussulti. Segni di vivacità alla mezz’ora con una bella azione amaranto, prodromo dell’episodio, rivelatosi alla fine decisivo, descritto sopra. Da quel momento, non c’è stata più partita, nel senso che è iniziato un assedio amaranto attorno all’area rossoblu. Insistente soprattutto nei primi venti minuti della ripresa, ma scarsamente lucido e, nelle occasioni in cui i tifosi reggini stavano per gridare al gol, Falcone si è eretto a baluardo insuperabile. Né le sostituzioni decise da mister Toscano hanno sortito alcun effetto, anzi hanno forse contribuito ad aumentare la confusione di un assalto sempre meno lucido col passare del tempo. E c’è stato pure lo spazio per il Cosenza di tentare il colpo grosso. Ma sarebbe stata una beffa troppo pesante. La gara, pur intensa, è stata corretta nonostante le ben otto ammonizioni e l’espulsione, comminate forse con troppa severità dall’arbitro, che però non ha sbagliato praticamente nulla.

REGGINA-COSENZA   0-0

REGGINA: Guarna; Loiacono, Cionek, Delprato (Lafferty); Rolando (Situm), Bianchi (Folorunsho), Crisetig, Liotti (Di Chiara); Bellomo (Mastour); Menez, Denis. All. Toscano (a d.: Farroni, Stavropoulos, Rossi, Gasparetto, De Rose, Faty, Vasic)
COSENZA: Falcone 9; Tiritiello 5, Idda 7, Ingrosso 7; Baez 7 (Ba), Bruccini 7, Petrucci 6.5 (Kone 6.5), Bittante 7; Sacko 6 (Legittimo 6.5); Carretta 6.5 (Sueva); Gliozzi 6 (Corsi 6.5). all. Occhiuzzi 8 (a d.: Saracco,Bouah,Schiavi, Bahlouli, Sciaudone, Petre, Borrelli)

Arb. Ros (Muto – Palermo  / Fourneau) 7.5

Pagelle

Guarna 6: pronto quando, a metà ripresa, il Cosenza ha tentato il brutto scherzo con tiri da fuori;

Loiacono 6.5: una certezza: il suo inserimento ha provocato il rigore, anche se per un momento si era illuso ed aveva esultato;

Cionek: 6: non particolarmente impegnato, non ha avuto fortuna negli inserimenti nell’area avversaria;

Del Prato 6.5: schierato al posto di Rossi, ha confermato di poter ricoprire con sicurezza tutte le posizioni difensive;

Lafferty: una decina di minuti senza incidere;

Rolando 5: al rientro, non ha trovato spazi né per i suoi inserimenti né per andare sul fondo;

Situm: solo un traversone, alle stelle;

Bianchi 6: l’unico che a centrocampo si sia dato da fare veramente. Forse non era il caso di sostituirlo;

Folorunsho 5: inutile il suo ingesso, a meno che non si volesse sfruttare il tiro da fuori;

Crisetig 5.5: guardato a vista, bloccate le fasce non ha avuto la possibilità di comandare il gioco. Lento e prevedibile, ma la parata più bella di Falcone è stata su un un suo tocco di destro da distanza ravvicinata;

Liotti 5.5: generoso, ha sprecato una favorevole occasione ad inizio ripresa;

Di Chiara: più che sostituire Liotti, forse avrebbe dovuto affiancarlo prima per tentare di dare una spinta sulla sinistra;

Bellomo 6: controllato da vicino, ha cercato di trovare spazi per servire i compagni, ma senza ricevere collaborazione. Era il caso di sostituirlo?;

Mastour 5: solo tanta confusione, e non ce n’era davvero bisogno;

Menez 5.5: d’accordo che è l’unico che può risolvere da solo una partita, ma quando non riesce e si intestardisce diventa controproducente. Una magia la traversa colpita da posizione impossibile quasi allo scadere;

Denis 4.5: venticinque conclusioni verso la porta e una soltanto è sua, di testa, all’ 80’. Magari poco e mal servito, ma non è neppure facile per i compagni riuscire a farlo. Il rigore fallito è la ciliegina di una torta mal riuscita;

Toscano 5: poche idee. Già in difficoltà per la disposizione del Cosenza, ha puntato sulle iniziative personali (che si sono infrante contro il portiere avversario) piuttosto che indicare alla squadra un modo per scardinare con lucidità la difesa rossoblu. Ma, per come si erano messe le cose, la vittoria si doveva conquistare. Neppure le cinque sostituzioni hanno inciso, anzi.