E’ andata così. Si ha la sensazione di sentirsi vittime di una candid camera, ma quella che abbiamo di fronte è l’amara realtà: il centrodestra reggino è riuscito a compiere un’impresa titanica, quella di perdere una partita vinta in partenza. E così oggi la città si risveglia con Falcomatà riconfermato sindaco, quando fino a poche settimane fa nemmeno i bookmakers inglesi si sarebbero sognati di quotare una simile evenienza. Com’è nostra buona abitudine, pur non essendo convinti su determinate decisioni, noi di Reggio Futura fino all’ultimo momento utile abbiamo spinto lealmente per la coalizione di centrodestra e per il suo candidato sindaco, abbiamo evitato ogni genere di polemica o critica, rinviando il tutto a dopo la competizione.
Per cui solo oggi diciamo la nostra su questa tornata elettorale. E però, giocoforza, l’analisi non deve essere riferita soltanto alla campagna elettorale, bisogna partire da molto prima, perché già nell’estate 2018 Reggio Futura aveva evidenziato la necessità di scegliere per tempo il candidato da opporre a Falcomatà ed aveva proposto per quel ruolo il nome del Prof. Giuseppe Bombino. Una persona specchiata e di cultura elevata con capacità amministrative già dimostrate durante la sua esperienza da Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Un candidato contro il quale gli avversari non avrebbero trovato appiglio alcuno per criticarne in qualche modo la scelta. Con lui in campo, la sinistra non avrebbe potuto fare alcuna speculazione populista (come invece ha fatto), non potendolo certo accusare di essere un “forestiero”, né di non conoscere bene il territorio e le sue problematiche o di avere una cattiva dialettica e modi poco urbani. Né si sarebbe potuto speculare sulla storia che si trattava di un candidato scelto nelle stanze romane (o, peggio ancora, a Pontida…). Alla fine gli eventi ci hanno (purtroppo) fatto comprendere che Bombino come candidato sindaco non era gradito da una parte del centrodestra e così, dopo un tira e molla durato un’eternità, tra indecisioni varie e mal di pancia, si è arrivati a ferragosto di quest’anno, ossia a meno di una settimana dal termine di presentazione delle liste, senza avere un nome come candidato a Sindaco del centrodestra. E ad oggi ancora nessuno all’interno della coalizione ha saputo dare alcuna valida argomentazione su questo inspiegabile veto alla candidatura del Prof. Bombino.
A ciò va aggiunto che Reggio Futura, dopo la pausa forzata dovuta al lockdown, non è stata più invitata alle interpartitiche locali convocate per la scelta del candidato. Motivazione “ufficiale”? Reggio Futura non sarebbe un “partito” ma una “lista civica”, e dunque non avrebbe diritto a partecipare alle interpartitiche (anche se fin dall’inizio vi aveva sempre partecipato). Evidentemente qualcuno a destra ha dimenticato troppo in fretta che Reggio Futura esiste da 15 anni, ha partecipato a diverse competizioni elettorali, ha portato in Consiglio Comunale parecchi consiglieri, assessori, persino un Vice Sindaco e alle precedenti Comunali del 2014, con un 9,47%, è stato lo schieramento più votato nella coalizione di centrodestra, piazzandosi avanti a tutti i partiti tradizionali.
Nonostante tutto, Reggio Futura ha continuato a lavorare con lealtà al fine di comporre la lista da presentare, nell’interesse superiore della coalizione di centrodestra. Ma anche in questo caso tutto è sembrato andare contro di noi: solo a cinque giorni dal deposito delle liste, ci è stato detto che tra i nostri candidati non avremmo potuto schierare quelli tesserati con Fratelli d’Italia (e dato che la nostra comunità militante comprende un circolo di Fratelli d’Italia, è chiaro che parecchi dei nostri candidati fossero anche tesserati col partito della Meloni). Circostanza questa che ci ha svuotato la lista e ci ha impedito di poterla presentare. Con la conseguenza che la lista di Fratelli d’Italia è stata rafforzata dalla presenta di alcuni nostri candidati, mentre Minicuci si è ritrovato con una lista in meno (quella di Reggio Futura) che avrebbe potuto portare ulteriore “acqua al mulino” della coalizione di centrodestra.
Ma è inutile piangere sul latte versato. Da domani il centrodestra, facendo tesoro degli errori commessi, dovrà accantonare individualismi e protagonismi e ripartire, attraverso un confronto schietto e leale, con la sua comunità. Il tutto al fine di non disperdere il patrimonio umano e valoriale che per decenni ha eletto Reggio roccaforte della destra italiana.
Il Presidente
avv. Italo Palmara