“Io, Ennio Morricone, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino ed anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti (…). C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare“.
Le ultime toccanti parole di un uomo, un artista, un grandissimo rappresentante dell’Arte – quella con la “A” maiuscola – italiana nel mondo. Sono state riservate alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi fan dal Maestro Ennio Morricone, morto all’alba di oggi presso il Campus Bio-Medico capitolino nel quale era stato ricoverato dopo la rottura del femore. Il 91enne musicista e compositore aveva pensato proprio a tutto e nel suo commovente necrologio – letto dall’amico e legale Giorgio Assumma e rapidamente diffusosi in rete – aveva richiesto dei funerali intimi, riservando un dolcissimo pensiero all’adorata moglie Maria.
Un uomo da Oscar
Diplomatosi presso il Conservatorio romano di Santa Cecilia, Ennio Morricone si avvicinò rapidamente al mondo dello spettacolo. Risalgono alla seconda metà degli anni Cinquanta le prime collaborazioni per il cinema, quelle colonne sonore, opere di pregio, con le quali ancora oggi viene ricordato in ogni angolo del globo. Tra le partnership meglio riuscite non possiamo non annoverare quelle con Sergio Leone (è a dir poco leggendaria la soundtrack della “Trilogia del dollaro“, una delle composizioni più note di Morricone), Brian De Palma (per il quale compose la colonna sonora de “Gli Intoccabili“), Giuseppe Tornatore (sue le musiche di quasi tutte le pellicole del cineasta siciliano, tra cui “Nuovo Cinema Paradiso“, “Malèna” e “Baarìa“).
Nonostante le numerose nomination agli Oscar, Ennio Morricone ottenne l’ambita statuetta solo due volte. La prima, nel 2007, alla carriera, consegnata dalle mani di un altro mostro sacro del cinema, quel Clint Eastwood le cui movenze “gelide” e temerarie da cowboy furono scandite dalle maestose musiche del Maestro. Anche in quell’occasione, il pensiero più dolce di Morricone fu per l’adorata consorte: “Voglio ringraziare l’Accademia per questo onore che mi ha fatto donandomi questo ambito premio, però voglio ringraziare anche tutti quelli che hanno voluto questo premio per me fortemente, e hanno sentito profondamente di concedermelo. Voglio ringraziare anche i miei registi, i registi che mi hanno chiamato con la loro fiducia a scrivere musica per i loro film, veramente non sarei qui se non per loro (…). Dedico questo Oscar a mia moglie Maria che mi ama moltissimo (…) e io la amo alla stessa maniera e questo premio è anche per lei“.
Il secondo riconoscimento arrivò nel 2016, merito del sodalizio artistico tra il compositore romano e Quentin Tarantino, che si affidò al Maestro per la composizione delle musiche per il suo “The Hateful Eight“. Amato ed apprezzato per la sua capacità unica di scandire momenti significativi con le sue partiture, Morricone è stato celebrato non solo da grandi nomi della musica mondiale – nel 2007 uscì l’album corale “We all love Ennio Morricone“, dove star del calibro di Metallica, Céline Dion, Bruce Springsteen ed Andrea Bocelli omaggiavano il musicista riproponendo alcune delle sue opere più importanti – ma anche da giovanissimi strumentisti che hanno donato alla recente quarantena da Covid-19 una connotazione più “poetica”, speranzosa. Tra questi, non possiamo non menzionare Jacopo Mastrangelo, il ragazzo divenuto popolare proprio per le sue performance dai terrazzi della Capitale, molte delle quali erano proprio un omaggio all’immenso Morricone. Un messaggio d’addio immediato e discreto, proprio come sarebbe piaciuto al Maestro.