In Serie C, dodici club hanno richiesto un’assemblea di Lega prima del Consiglio federale. L’obiettivo? Discutere sulla possibilità di coinvolgere nei playoff anche le prime classificate.
Quello a cui stiamo assistendo nel panorama della Serie C si potrebbe definire (tragi)comico: società che non avrebbero dovuto nemmeno partecipare a questo campionato avanzano delle richieste a dir poco insensate. Nell’assemblea dello scorso 7 maggio, quasi tutti si erano dimostrati compatti nel non voler riprendere il campionato. I motivi sono noti, legati al protocollo sanitario, che la gran parte delle società di Serie C non sono minimamente in grado di poter rispettare. Detto questo, restando al girone C che ci riguarda più da vicino, fa specie vedere come alcuni club, che hanno evidenziato gravi difficoltà strutturali ed economiche nell’arco della stagione, possano permettersi il lusso di condizionare delle decisioni da ufficializzare il prossimo otto giugno al Consiglio federale.
Il motivo è semplice: purtroppo non si accetta la sconfitta. Queste società che inizialmente avevano, come la maggior parte della categoria, chiesto di non riprendere il campionato, sono incredibilmente tornate sui loro passi dopo che il direttivo aveva presentato delle proposte riguardo promozioni, retrocessioni, playoff e playout. A proposito di playoff, molte, in modo disinteressato, hanno richiesto il coinvolgimento delle prime classificate dei tre gironi, vale a dire Monza, Vicenza e Reggina. Non si è fatta attendere la reazione da parte della società amaranto, che con il suo ds Massimo Taibi, ha fatto intendere a chiare lettere che, se si vuole riprendere a giocare, bisogna prima concludere la stagione regolare.
La Reggina, a differenza di tantissime altre società, non avrebbe alcun problema a tornare in campo. Gli amaranto, in vetta con nove punti di vantaggio sul Bari, avrebbero gestito senza problemi il loro primato ad otto giornate dal termine, in virtù di un calendario abbastanza agevole. In casa amaranto non c’è alcuna preoccupazione, anzi si guarda già al futuro con serenità e grande entusiasmo. Questi mesi di pandemia non hanno fatto altro che confermare come la categoria sia ormai giunta al collasso. Nel corso di questo periodo si è anche parlato molto di riforme dei campionati; sarebbe ora che ne venisse fatta una ad hoc per questa martoriata Serie C, diretta nel peggiore dei modi dal presidente Ghirelli e rappresentata da troppi personaggi poco credibili, i quali ben poco hanno a che fare con il calcio. Resta una sola certezza: la Reggina in un modo o nell’altro avrà ciò che le spetta di diritto, la promozione in Serie B.