In esclusiva ai nostri microfoni Davide Dionigi, ex bomber leggendario della Reggina, con il quale abbiamo parlato del momento attuale del calcio italiano e naturalmente dei suoi trascorsi in amaranto.
Ciao Davide, l’intero Paese vive da alcuni mesi un momento difficile a causa dell’emergenza sanitaria. Continua a tener banco la questione se riprendere o meno i campionati. Tu che idea ti sei fatto a riguardo?
“Si sta facendo di tutto tranne che pensare al corona virus. Il problema non è se ripartire o meno, chiaramente ce lo auguriamo tutti perché viviamo un momento storico ed economico davvero difficile. Il problema è capire se sia possibile ripartire in sicurezza; per questo si naviga a vista cercando di capire l’evoluzione del virus. Il calcio è un’azienda come tante in Italia, ma bisogna mettere come principio la tutela della salute e poi tutto il resto. Tutti eravamo partiti inizialmente sostenendo la tutela, poi invece si è dimostrato l’opposto. Il rischio è che se un giocatore ha un contagio, cosa si fa? Un calciatore rischia poi di mettere a repentaglio la salute anche dei suoi famigliari, perciò bisognerebbe fare le dovute valutazioni”.
Un altro tema è quello riguardante la riforma dei campionati. Secondo te, può essere questa la strada per migliorare il nostro calcio?
“Penso che il calcio abbia sicuramente bisogno di una riforma, soprattutto da un punto di vista fiscale. Non credo si risolva il problema con una Serie B a due gironi o altro, anche perché non farai contenti tutti, poiché ognuno guarderà ai propri interessi come spesso avviene. L’obiettivo è rendere un calcio sostenibile per tutte le società, con degli sgravi fiscali”.
Parliamo un po’ di Reggina, dove hai vissuto tanti bei momenti: qual è quello a cui sei più legato ?
“Sicuramente il ritorno in Serie A, ma su tutti ricordo con piacere il primo anno quando arrivai: ero giovanissimo ed alla mia prima esperienza al Sud, lontano da casa, in una città che non conoscevo, in una Reggio Calabria che non era quella di oggi visto che parliamo di quasi 25 anni fa. La mia Reggina era quella della stagione 96/97: all’epoca era un calcio vero e genuino, riuscimmo a salvarci in una Serie B davvero tosta, dove vinsi la classifica cannonieri, ma a prescindere da questo fu un’annata bellissima che porto tutt’oggi nel cuore. Chiaro che era una Serie B diversa rispetto a quella attuale e proprio per questo aver realizzato 24 reti in quel difficile campionato resta la mia più grande gioia con la maglia amaranto”.
Una considerazione sulla Reggina attuale: ti aspettavi questo netto dominio in campionato da parte dei ragazzi di mister Toscano?
“Da un lato sì, per il semplice motivo che la Reggina proveniva da un’annata dove aveva avuto il cambio di proprietà, quindi era facile il rischio di dover far fronte a qualche difficoltà iniziale, ma poi devo dire che i ragazzi hanno strameritato, brava la società e mister Toscano che hanno lavorato bene. Sono contento soprattutto per la città di Reggio e i suoi tifosi, che finalmente ritrovano per lo meno la Serie B dopo alcuni anni difficili”.
Quale giocatore della rosa attuale ti ha impressionato maggiormente nel corso di questa stagione?
“Sarebbe troppo facile e riduttivo dire Denis o Corazza, ma dico Rivas: giocatore di prospettiva che mi ha impressionato molto”.
Parlando di te, quali sono i tuoi progetti futuri ?
“Una volta che si potrà ripartire, spero che dalla prossima stagione ci siano delle buone opportunità di tornare in pista, visto che sono fermo da un anno e mezzo“.