Medici e infermieri italiani, dopo più di un mese di emergenza, ad una sola voce denunciano la situazione drammatica in cui sono costretti ad operare: lasciati soli a combattere giornalmente, mentre maggioranza e opposizione, dal governo centrale a quello locale, sono impegnati in un logorante cannibalismo politico.
Alla macchinetta del caffè, in una delle poche pause mantenendo le dovute distanze, oggi, con gli occhi lucidi di emozione ci siamo chiesti “cosa fai nella vita?”, io ho risposto “Sono infermiere”; i colleghi però, mi hanno subito corretto “fai l’infermiere” ed io allora con un colpo astuto sottolineo “ no no, io SONO infermiere”. PERCHE’ CARA CLASSE POLITICA, DA SEMPRE E TUTT’OGGI MIOPE, SAPPI CHE ESSERE infermiere vuol dire: indossare una divisa intrisa di valori, di saperi, di conoscenze scientifiche, tecniche e comunicative. ESSERE infermiere significa: “adsistere”, stare accanto, ovvero prendersi cura della persona nella rete di relazioni in cui è inserita. Un folto gruppo di professionisti della sanità, da mesi, si fa forza vicendevolmente nell’ indifferenza dei politici, sia di Destra che di Sinistra, quasi come fosse una “famiglia” che nei momenti di difficoltà si stringe più forte.
Lavoriamo in diversi reparti, con diverse mansioni, ma parliamo tra di noi, ci confrontiamo, dialoghiamo costruttivamente. Perché scrivo tutto questo? Forse perché sento la necessità di sfogarmi o probabilmente perché ritengo necessario che ogni cittadino comprenda quanto mi sta accadendo da settimane e si ripete quotidianamente. Il nostro gruppo è formato da personale dotato di grande cuore, capacità professionali e abnegazione e chi fa parte della squadra COVID ha accettato senza remore la sfida che il nostro territorio ci ha chiesto di fronteggiare. Siamo consapevoli di essere stati inizialmente impreparati a fronteggiare tale emergenza, soprattutto perché nessuno di noi aveva conoscenza approfondita del problema, ma dall’11 marzo, come per incanto, è venuto fuori un Esercito che grazie alla formazione, all’impegno, al sacrificio è riuscito a far fronte ad ogni difficoltà.
Oggi, che non siamo più gli invisibili di ieri, non abbiamo bisogno del “POLITICO DI TURNO” e dei suoi sofismi, non abbiamo bisogno dei loro hashtag perché ci basta il sorriso dei nostri utenti. A loro dobbiamo, prima di tutto, dimostrare le nostre vere competenze. Loro sono e resteranno la nostra cartina di tornasole ed il giusto “carburante” che ci serve per ovviare alla fatica giornaliera.
Maurizio Gattuso – Infermiere e Responsabile sanità CSTP