L’undertourism è un “fenomeno” contrario, un opposto!E’ un orientamento dell’anima, una disposizione culturale. Rispetto alla “legge dei grandi numeri”, il viaggiatore compie uno spostamento breve, di poche decine di chilometri. Se pensiamo ai molteplici caratteri del territorio della nostra Città Metropolitana, ci rendiamo immediatamente conto di come la “prossimità” possa svelare una esperienza inedita: le componenti culturale, naturalistica, paesaggistica, storica, idiomatica, archeologica, tradizionale, antropologica “coesistono”, spesso stratificandosi.
Sul nostro territorio operano molti giovani: nel corso della mia esperienza amministrativa, ad esempio, ho collaborato con cooperative e piccole imprese che hanno organizzato una offerta ed una ospitalità turistica diffuse. L’undertourism “non nega”: completa la conoscenza di ciò che è intorno a noi, ma che è rimasto sconosciuto anche a noi stessi.
L’idea è molto semplice: ovunque tu vada, in questo luogo, dalle spiagge dello Jonio alle altezze dell’Aspromonte, dalle Piane del Tirreno alle Porte dello Stretto, potrai leggervi il titolo antico e l’età di una geografia Umana e fisica pressoché esclusive. I Ragazzi che io ho conosciuto lo sanno ed hanno unito questi elementi per partecipare al progresso del borgo che abitano suggerendo i termini di una economia responsabile.
Ciò che loro fanno da molti anni, oggi, alla luce della grande emergenza economica che vivremo, diventerà necessariamente una intuizione, un’innovazione. Per primi noi, dunque, dovremo sostenere ed accompagnare questa economia umana, rafforzando la circolarità dei fattori dell’undertourism: l’agricoltore e il pastore, la guida escursionistica, la bottega artigiana e l’agriturismo, il rifugio montano, il lido balneare e la guida turistica divengono, pertanto, la filiera di un sistema umano e territoriale produttivo e valoriale. Torneremo alla copia originale dell’Italia! E vogliamo essere pronti!
Invito le Istituzioni a coinvolgere i molti giovani, già pronti a dimostrare ciò che sanno fare. Loro sono i Figli del Mare e della Montagna, parlano la lingua di Omero e di Ibico. Loro sanno che Pitagora e Clearco a Reggio scolpirono i Metalli e la Pietra per comporre l’Eterno. Figuriamoci se non saremo in grado di risollevarci dopo questa caduta. E’ giunto quel momento della Storia in cui creare un modello di Economia Umana e di un Nuovo Umanesimo. La Locride e l’Aspromonte, la Piana e lo Stretto saranno gli ambiti territoriali per questa alleanza tra uomo e natura, tra cultura e progresso.
E l’idea che tutto possa avere inizio da Reggio non è affatto un caso!