Un nastro blu per simboleggiare vicinanza e, soprattutto, un reale interesse al delicato tema dell’autismo. Il 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, che in questo difficile momento storico causato dal dilagare del Coronavirus in ogni parte del globo si reinventa attraverso la promozione di iniziative promosse sui principali organi di informazione, in TV oppure on-line.
Dati e statistiche
Dalle testimonianze alle produzioni dedicate (la più significativa è senza dubbio il docu-film “Se ti abbraccio non aver paura“, commovente pellicola on the road di Niccolò Maria Pagani con Franco ed Andrea Antonello, in streaming sul canale YouTube di Ushuaia Film fino alla mezzanotte del 3 aprile) si accendono dunque i riflettori su un disturbo comportamentale sul quale si discute tantissimo ma si è realmente compreso poco. Partendo, ad esempio, dai numeri: secondo il portale ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, fondata a Siena il 16 febbraio 1985) non esistono dati statistici certi sulla percentuale di soggetti autistici presenti sul suolo italiano. Si parla di quattro bambini su mille in ogni regione italiana, ma come denuncia l’Associazione stessa “I bambini con autismo sono molti di più, perché non vengono fatte le diagnosi, soprattutto per i casi meno gravi. In precedenza altre ricerche condotte negli USA dal Center for Disease Control stimavano una prevalenza della sindrome per 1 caso su 150 nati, mentre il confronto delle ricerche internazionali stima una percentuale media dell’1%. In Italia non esistono dati pubblici sul numero di persone coinvolte“.
Anche le cause scatenanti della patologia (che, ricordiamo, è piuttosto variegata: esistono, infatti, svariati disturbi dello spettro autistico, ognuno con la sua gravità in campo linguistico, interattivo e relazionale) sono ancora oggi oggetto di discussione: ad una componente genetica (“La frequenza dell’autismo in fratelli di soggetti autistici è intorno ai 3%, con un rischio relativo nei fratelli circa 10-30 volte maggiore rispetto alla frequenza nella popolazione generale“, sottolinea il portale ANGSA) continua ad essere affiancata una responsabilità dei vaccini nell’insorgenza del disturbo: una teoria che ancora oggi genera dibattito e divide lo Stivale in due fazioni ben contraddistinte.
Testimonianze e discriminazione
Oltre ai numeri e alle gelide statistiche, esiste un esercito di famiglie di soggetti affetti da autismo che ogni giorno si trova ad affrontare barriere oggettive ed emotive fatte di indifferenza, ignoranza e discriminazione. L’esplosione del Covid-19 ha rivoluzionato totalmente le abitudini dei bambini e dei ragazzi autistici, che trovavano nella scuola un autentico porto sicuro. I genitori sono costretti a reinventarsi, riscontrando non poche difficoltà. “Ai nostri bambini vengono interrotte le terapie domiciliari, i Centri Autismo Territoriali sono intervenuti in ritardo e in maniera inadeguata rispetto ai bisogni delle famiglie, la scuola che spesso era l’unico luogo di socialità è chiusa e molti alunni autistici soffrono in maniera particolare questo isolamento” ha spiegato a “Il Fatto Quotidiano” Lucrezia Lapietra, Vice-Presidente ANGSA di Monopoli e mamma di una 14enne affetta da autismo. La didattica di bimbi ed adolescenti autistici va, inoltre, riadattata alle esigenze di queste creature speciali e spesso i genitori, nonostante l’immensa disponibilità dei docenti, sono costretti a vestire i panni dei professori, pensando programmi appositi per i propri pargoli.
“La catastrofe Coronavirus non cancella purtroppo la silenziosa epidemia che le nostre famiglie continuano ad affrontare da sempre e spesso in perfetta solitudine – ha spiegato affranta sempre a Il Fatto Quotidiano il Presidente ANGSA Benedetta Demartis – Situazione che ci ricorda quanto è essenziale un servizio sanitario nazionale di qualità e un sistema sociale pubblico efficiente e adeguatamente finanziato“.
Ancor più dilagante dell’autismo è inoltre la tediosa piaga dell’ignoranza che sfocia in indifferenza nei confronti degli autistici e delle proprie famiglie o, ancor peggio, in autentica discriminazione. Ha suscitato profondo sdegno la diatriba nata all’indomani della circolare del Viminale (riveduta e corretta proprio nelle scorse ore) che permetteva ai bambini, disabili e non, di uscire con un solo genitore nei pressi della propria abitazione. Una proposta che non ha riscosso il plauso sperato ma che anzi, complice il terrore del contagio da parte di una buona fetta di Italiani, ha innescato una terrificante reazione di odio a catena che non ha risparmiato neanche i giovanissimi pazienti affetti da autismo.
“Dato che parliamo di bambini con problemi, i veri problemi li hanno le madri o le persone che spingono i bimbi al suicidio“, ha tuonato un’internauta su Facebook, ipotizzando anche una certa malafede, da parte di alcuni parenti di persone affette di autismo, nell’approfittare proprio della patologia dei propri cari per concedersi la tanto agognata “ora d’aria”. Un’affermazione a dir poco sconvolgente, alla quale fa eco un’altra, dal contenuto a dir poco allucinante, di una mamma calabrese che arriva addirittura ad auspicare la creazione di scuole a parte per bambini diversi, perché “Non dovrebbero stare con i bambini sani“.
Commenti terribili, che non hanno mancato di innescare una reazione forte non solo da parte di genitori e parenti di bambini e ragazzi autistici, ma anche da parte di madri, fratelli, zii ed amici di bambini cosiddetti “sani” rimasti letteralmente inorriditi di fronte ad una palese mancanza di empatia per quelle famiglie che, ogni giorno, oltre a combattere contro un nemico oggettivo e per certi versi ancora sconosciuto, devono anche affrontare un’altrettanto insidiosa nemesi: la grettezza umana.