“E’ già nel migliore dei posti“. Così Miguel Bosé ha annunciato su Instagram l’improvvisa morte della madre Lucia Bosé causata dal terribile Coronavirus, almeno stando agli organi di stampa spagnoli. La Bosé, che da poco aveva compiuto 89 anni, soffriva da tempo di qualche problema di salute. Capigliatura blu elettrica, bellezza d’altri tempi, la signora Bosé (il cui cognome all’anagrafe era Borloni; per la sua carriera nel mondo della Settima Arte decise di utilizzare il cognome materno, così come fece anche suo figlio Miguel) era una fiera rappresentante della bellezza femminile italiana al cinema, assieme a Sophia Loren e Gina Lollobrigida.
Una vita per il cinema
Al momento del suo decesso Lucia Bosé si trovava a Segovia, in Spagna, nazione nella quale nel lontano 2000 era riuscita a realizzare il sogno di una vita: aprire il Museo degli Angeli, una vastissima raccolta di rappresentazioni di queste straordinarie creature celesti. Un’esistenza, quella di Lucia Bosé, dedicata totalmente e con profitto a tutte le sue passioni: la famiglia, i suoi amori da rotocalco (tra cui si annoverano quello con Walter Chiari e il matrimonio con il torero “fedifrago” Luis Miguel Dominguín, dal quale ebbe i suoi tre figli: Miguel, Lucia e Paola, quest’ultima attrice come sua madre), il cinema.
Galeotto fu l’incontro – professionalmente parlando – con il regista Luchino Visconti, che la notò dietro il bancone di una pasticceria milanese. Nonostante l’opposizione dei suoi genitori, la giovanissima Lucia entrò a far parte ufficialmente del dorato mondo dello spettacolo vincendo a Stresa nel 1947 il titolo di Miss Italia. Da quella fortunata vittoria in poi, la carriera della Bosé fu costellata da grandi successi. Anche se impossibilitata a prendere parte al famosissimo “Riso Amaro” per via delle ritrosie della famiglia, la donna divenne popolare per le sue interpretazioni in opere come “Non c’è pace tra gli ulivi” di De Santis, “Cronaca di un amore” e “La signora senza camelie“, entrambi diretti da Michelangelo Antonioni.
Dopo le nozze con Dominguín e ben 17 film all’attivo, la Bosé si ritirò momentaneamente dalle scene. per ritornare in auge a partire dalla fine degli anni Sessanta, seppur in ruoli minori; recitò ancora una volta da protagonista nel 1972, diretta da Giulio Questi nella misconociuta pellicola “Arcana“. Fu diretta da Fellini nel “Satyricon“, da Tonino Cervi ne “L’amaro“, da Faenza ne “I Viceré“. Una delle sue ultime apparizioni sul piccolo schermo fu nella terza stagione della fiction Rai “Capri“. L’improvvisa morte della Bosé ha immediatamente suscitato cordoglio nel mondo dello spettacolo e tra i suoi più fedeli estimatori; il Covid-19, purtroppo, s’è portato via anche lei dopo aver ucciso altre fortissime donne e mamme note al grande pubblico, come la madre di Piero Chiambretti e quella del compianto Alex Baroni.