“Non è più una rapina, ma una guerra“. E che guerra sia, almeno a partire da gennaio 2020, mese nel quale la piattaforma di streaming Netflix rilascerà gli attesissimi otto episodi della nuova stagione della serie TV in lingua non inglese più famosa del globo terrestre: “La Casa di Carta“.
Dove eravamo rimasti?
La terza stagione de “La Casa di Carta” (titolo originale: “La Casa de Papel“) ha lasciato in sospeso due importanti interrogativi su tutti. Il primo riguarda la sorte di Nairobi (Alba Flores), colpita (forse) a morte dalla sadica ispettrice della Polizia Alicia Sierra (colei che, oltre a vanificare il sempreverde concetto che lo stato di gravidanza rende una donna più dolce e tenera, è riuscita a soffiare il posto di personaggio più odiato dello show all’astioso Arturo “Arturito” Romàn) e vista agonizzare tra le braccia dei suoi “compagni di sventura” poco prima dell’attacco letale lanciato da Tokyo e Rio all’indirizzo dell’esercito spagnolo. Una morte che lascerebbe di stucco numerosi aficionados della serie, che fremono anche per conoscere la sorte che attenderà Lisbona (Itziar Ituño), ex rappresentante delle forze dell’ordine iberiche ed interesse amoroso del Professore (Alvaro Morte), catturata proprio dai suoi ex sottoposti e creduta erroneamente morta dal suo amato. E’ stata proprio Itziar Ituño a rilasciare alcune dichiarazioni significative a proposito di questa nuova tranche di episodi. “Le cose non andranno bene – ha ammesso l’interprete del nuovo acquisto della banda mascherata da Dalì – nella quarta stagione (i protagonisti, n.d.r.) avranno un grande nemico all’interno della banca e non sarà facile“. Una succulenta anticipazione, dunque, che non basta però a spegnere la curiosità dei fan che hanno letteralmente “divorato” la terza stagione de “La Casa di Carta” non nascondendo, tuttavia, un leggero malcontento riguardo ad alcune pecche che il sequel trasmesso da Netflix lo scorso luglio avrebbe messo in evidenza.
Cosa aspettarsi?
La terza stagione della serie, infatti, non ha accontentato proprio tutti i patiti dello show iberico. Lo scavo psicologico dei protagonisti è stato piuttosto scarno, così come pochissimo tempo è stato dedicato all’approfondimento della conoscenza dei nuovi “innesti” della banda (Marsiglia e Bogotà su tutti). Riflettori accesi (sin troppo) invece, sulle relazioni interpersonali tra il Professore e Lisbona e tra Rio e Tokyo (Ursula Corberò), quest’ultima forse eccessivamente esasperata nella sua caratterizzazione tanto da risultare, talvolta, pedante ed antipatica. Anche la trama degli episodi non ha soddisfatto totalmente la critica ed il pubblico, presentando talvolta qualche falla di troppo, ma toccando anche elevati picchi, specialmente grazie alla comparsa (tramite flashback) di uno dei personaggi più amati della serie: Berlino (Pedro Alonso), ucciso alla fine della seconda stagione.
Tutto il piano messo a punto dal Professore e da Palermo per liberare Rio altro non è che un tributo a Berlino stesso, legato da rapporti di parentela con il primo e da un sentimento di profonda amicizia (ma non solo) con il secondo. C’è da aspettarsi, perciò, che la presenza del personaggio interpretato da Alonso aleggerà anche nella quarta stagione de “La Casa di Carta“, che promette di regalare altri momenti di alta tensione e pathos, che potrebbero culminare in una vera e propria escalation degli atti sovversivi della banda di anti-eroi più amata dagli spettatori.