I fatti smentiscono tutti i politici che, a parole, affermano che il Mezzogiorno d’Italia è la priorità della politica nazionale per evitarne la desertificazione e rilanciarlo sul piano economico e sociale; infatti, gli investimenti pubblici con risorse interne nelle regioni del Sud sono risultati essere di circa il 20% inferiori rispetto agli impegni assunti dall’Italia con l’Unione europea: oltre al danno, si aggiunge la beffa dal momento che per questo motivo l’Italia rischia un taglio delle risorse europee che nel periodo in corso (2014/2020) ammontano a circa 44 miliardi di euro, compresi i fondi destinati all’agricoltura e alle aree rurali.
Marc Lemaitre, direttore generale della Dg Politiche regionali, a margine della conferenza stampa al Comitato delle Regioni per l’apertura della settimana dedicata alla politica di coesione ha affermato che, con il 51% di abitanti su cui si è riversato un effetto positivo in termini di sviluppo dei territori, l’Italia occupa l’ultimo posto in questa graduatoria, ben al di sotto della media Ue che è l’81%. Lemaitre ha puntato il dito sulla politica nazionale affermando che: “Spesso ci sentiamo dire che la politica di coesione non produce nulla di positivo per lo sviluppo del Mezzogiorno italiano. In realtà, è la sostanziale riduzione degli investimenti nazionali al Sud il fattore che neutralizza e rende vano lo sforzo europeo nelle politiche regionali nel Meridione”. I fondi strutturali europei non si sostituiscono alla spesa pubblica, ma si aggiungono ad essa affinché si crei un “valore aggiunto” in termini di risultati sul territorio. L’impegno contenuto nell’accordo di partenariato siglato dall’Italia e da Bruxelles per il 2014-2016 era d’investire al Sud risorse pubbliche pari allo 0,47% del Pil del Mezzogiorno, mentre i dati parlano dello 0,40%. Pur sembrando minima, la differenza di 0,07 punti percentuali equivale a circa il 20% in meno di risorse pubbliche spese sul territorio. Facendo riferimento al 2014-2017, il tasso d’investimenti scende allo 0,38%, mentre l’Italia si è impegnata di garantire un livello di spesa pubblica al Sud pari allo 0,43% del Mezzogiorno per il 2014-2020.
Più della metà dei fondi dell’UE viene erogata attraverso i 5 Fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE). I fondi sono gestiti congiuntamente dalla Commissione europea e dai paesi dell’UE. Tutti questi fondi servono a effettuare investimenti per creare posti di lavoro e un’economia e un ambiente sani e sostenibili in Europa. La classe politica italiana tutta dovrebbe rendere conto ai cittadini di quanto denunciato da Lemaitre, perché con i fatti si contraddice ciò che viene sbandierato come il programma politico per eccellenza: il rilancio del Meridione.