Nella mattinata, in Reggio Calabria, a seguito di ulteriori sviluppi investigativi emersi nell’ambito della più complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore dottor Giovanni Bombardieri, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Cosenza, coadiuvati, nella fase esecutiva, dall’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due antiquari, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di ricettazione di un dipinto del Seicento, provento di furto consumato il 19 luglio 2016 ai danni di un antiquario bolognese. Il provvedimento cautelare scaturisce dal prosieguo dell’attività d’indagine convenzionalmente denominata “Antiques”,svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza con il supporto dei militari del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, e dai Sostituti dottor Giovanni CALAMITA e dottor Alessandro MOFFA.
Nell’ambito dell’attività investigativa, il 26 luglio di quest’anno sono state già eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nonché 20 decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria a carico di altrettanti indagati (due dei quali sono gli odierni arrestati) ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquerefinalizzata alla ricettazione di opere d’arte, quali dipinti, sculture in bronzo e marmo e oggetti chiesastici provento di furto in territorio nazionale e della loro esportazione illecita, per la successiva commercializzazione in ambito internazionale. Le investigazioni, avviate nel novembre del 2015 a seguito di un controllo ad un esercizio commerciale d’antiquariato di Reggio Calabria e corroborate anche da attività tecniche e di riscontro mediante l’utilizzo della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, hanno consentito di:
- acquisire numerosi elementi investigativi di colpevolezza nei confronti dei componenti di un pericoloso sodalizio criminale, con base a Napoli e provincia e con ramificazioni nel bresciano, dedito alla ricettazione di beni antiquariali trafugati sul territorio nazionale e commercializzati anche tramite antiquari calabresi compiacenti ovvero esportati illecitamente per essere venduti presso fiere di settore in Francia, come Avignone e Montpellier;
- recuperare diverse opere trafugate, alcune di rilevante importanza, nonché un ingente quantitativo di oggetti d’antiquariato esportati in territorio francese, senza la prescritta autorizzazione dei competenti organi del MiBACT;
- recuperare e sequestrare il 29 agosto u.s., a Reggio Calabria, il dipinto oggetto della ricettazione, che ha consentito l’emissione delle due misure cautelari in relazione, come motiva il GIP, “all’attualità e alla concretezza del pericolo di reiterazione del reato”.
Nello specifico, venivano recuperati beni di rilevanza storico artistica, provento di furto ai danni di abitazioni private del territorio nazionale, tra i quali emerge, per importanza, un dipinto, olio su tela, del ‘700, raffigurante “Madonna con Bambino”, di Scuola Napoletana, trafugato nel 2014 da un palazzo nobiliare di Arcevia (AN), nonché di sequestrare, al valico di Ventimiglia (IM), al confine con la Francia, centinaia di beni antiquariali, costituiti prevalentemente da elementi di arredo antico e di pregio, quali sculture in marmo e bronzo, consolle, dipinti su tavola e su tela, suppellettili antichi in argento, ceramica e porcellana, trasportati a mezzo di furgoni presi a noleggio per l’occasione dagli appartenenti al sodalizio criminale. Il valore economico di tutti i beni finora sequestrati è stato stimato in circa 1.500.0000 Euro.