Ancora una volta la manifestazione da propaganda elettorale S’Intesi è l’occasione per il Sindaco e per i suoi compagni di sciorinare argomenti a piacere, deformazioni della realtà, attacchi a categorie e le solite promesse che sanno di non potere mantenere.
Si comincia con una notizia dai dati incerti che però conosce solo Falcomatà: la presenza di una maggioranza (ripetiamo, maggioranza!) silenziosa di cittadini che lo stimerebbe, lo appoggerebbe e ri-vorrebbe a Palazzo San Giorgio. Premessa dal sapore utopistico, la cui evidente fantasiosa assurdità viene da lui stesso giustificata con un attacco ai social network e ai giornali on line, rei di remare contro la sua “splendida” sindacatura. Se non fosse componente del PD, il partito più antidemocratico del Paese, ci sarebbe da stupirsi di una affermazione del genere, ma tant’è, e dunque i giornalisti con lui non schierati e non alle dipendenze dovrebbero stare buoni e zitti! Oltre ovviamente ai cittadini che osano protestare su Facebook per l’ennesimo semiasse da riparare o per la settimana senz’acqua in casa. Lui sa di essere il meglio per Reggio e stop. Ditelo in giro, ai giovani che scappano e nelle discariche del centro storico, ai commercianti in default ed agli operatori turistici. È tutto ok. Se questa è la sua idea di città normale, c’è da avere paura.
Poi si va ben oltre. I reggini ricorderanno bene che all’inizio del suo mandato elettorale il Sindaco Falcomatà e la sua Giunta dell’epoca procedettero ad un de-finanziamento che sancì la sconfitta della speranza di sviluppo per questa città. Il Decreto Reggio rimodulato – e decurtato di parecchi milioni dal Governo “amico” Renzi – per far fronte alle emergenze, alla situazione già allora catastrofica in cui si trovavano le strade cittadine, dopo due anni di inerzia assoluta di manutenzione durante il festeggiato commissariamento del Comune.
E così il Waterfront, quello che avrebbe potuto costituire l’opera volano di crescita per il territorio metropolitano, è stato accantonato per consentire questi interventi di rifacimento delle strade che tuttavia ad oggi, e alla conclusione di questa disastrosa sindacatura Falcomatà, si ritrovano in condizioni ancor più gravi e di vera e propria pericolosità per l’incolumità pubblica. Ed eccoci arrivati al paradosso più straordinario, alla disperazione di chi percepisce un clima di rivolta sociale e di azzeramento dei consensi, generati dall’inettitudine amministrativa palesata e che porta un Sindaco e la sua Giunta ad un maldestro tentativo di reinventarsi.Il palcoscenico gronda di ipocrisia e irrealtà, S’intesi della retorica. Da quel proscenio da cui si ha l’ardine di pronunciare le parole normalità, si giunge al sommo barbaro coraggio di ritirare fuori dal cassetto delle proprie paure elettorali nientedimeno che il grande progetto di Zaha Hadid, il tanto vituperato Waterfront la cui realizzazione era stata data per impercorribile ed onirica.
In buona sostanza, Falcomatà, dopo avere umiliato la sua città coprendola di ridicolo per avere rinunciato da un’opera di respiro internazionale, oggi in prossimità delle elezioni cerca in un cilindro bucato un coniglio che non c’è. La verità è che questi signori sono rimasti vittime di un conflitto di natura ideologica e di vendicativa indole, che li ha indotti ad abbandonare non solo il grandioso progetto dell’archisitar, ma anche opere che si trovavano in avanzato stato di completamento, quale il parco lineare sud, opera pressoché terminata e lasciata per cinque anni in stato di totale fermo, oppure le “Aste” del Sant’Agata, un’opera di facile realizzazione che avrebbe fatto il paio con le “Bretelle” del Calopinace per risolvere il problemi di circolazione della zona sud cittadina, insieme a tanti altri progetti previsti dal Decreto Reggio, vero e proprio tesoretto per la nostra città.
Ed invece questo stallo rancoroso in cui hanno fatto cadere il territorio cittadino e metropolitano ha generato crisi economica, blocco completo del mercato del lavoro e un arresto dell’indotto intero senza precedenti. In questo campo l’Amministrazione Falcomatà ha espresso il peggio di sé, come dimostrano i finanziamenti andati perduti in varie occasioni. Purtroppo per noi tutti, però, anche queste dichiarazioni altro non sono che retorica da ultima spiaggia, poiché la peggiore amministrazione che Reggio ricordi non è in grado nemmeno di pensare ad un’opera di questo livello. Non sono capaci di gestire la normale amministrazione, figuriamoci di realizzare un così imponente progetto, un’occasione di sviluppo unica che avrebbe definitivamente consacrato Reggio e la sua Città Metropolitana quale capitale del Mediterraneo, in quella visione strategica che lungimiranza, programmazione e grande senso di appartenenza avevano immaginato qualche anno fa.
Movimento Nazionale per la Sovranità Reggio Futura