Ho avversato l’amministrazione Falcomatà sin dal suo insediamento. E l’ho fatto perché non la ritenevo e, ancor più oggi, non la ritengo capace di governare la nostra città, la mia Reggio. Per tanto tempo in solitudine, col grande contributo di tutti i miei Dirigenti di partito. Potrei tranquillamente affermare di essere stato per un lungo periodo una vera e propria opposizione extra consiliare a questa amministrazione comunale di sprovveduti signorini.
In questi 5 anni i reggini hanno assistito attoniti ed inermi allo sprofondare nell’abisso del degrado un territorio metropolitano intero, alla resa incondizionata a scippi istituzionali condotti da governi amici ma a senso unico, a continui, ripetuti e ormai ampiamente obsoleti rimbalzi di responsabilità al passato per nascondere le proprie palesi inadeguatezze. Ma questi amministratori rappresentano plasticamente la sinistra italiana più moderna e antica allo stesso tempo, capace di fare nero di fuliggine e rappresentarlo turchino di re, specialisti nel condurre la città ben oltre il baratro e trovare la sfrontatezza di parlare di un suo sviluppo. Per fortuna della verità, essa è davanti agli occhi dei reggini tutti i giorni, per le strade e nei vicoli, nei rubinetti delle case e ovunque si svolga la difficile vita della gente, tra disservizi e anarchica convivenza.
E nel tentativo maldestro di sancire affermazioni e risultati mai raggiunti, ogni anno, nel rispetto di consolidata tradizione demagogica, si organizzano per “Sintetizzare” il nulla, per fingere un coinvolgimento di una comunità che viene invece durante l’anno lasciata fuori dai palazzi dorati a protestare per l’insostenibilità della situazione reale. Ed in piena linea con la stucchevole retorica, si parla di Villaggio delle Idee, ancora; a fine mandato stiamo ancora alle idee, quando viceversa dovremmo averle ben concretizzate qualora queste ci fossero mai state, in questo Villaggio del Nulla così come ai Palazzi San Giorgio e Corrado Alvaro. Invece siamo lì a registrare il fondo toccato delle classifiche di ogni tipo di vivibilità, a leggere sui giornali di parentopoli e di voli soppressi e a guardare in volto i pochi esterrefatti turisti, smarriti tra un info point chiuso e un depuratore guasto.
Ma quali idee ancora cercate, se non ne avete mai avuta una? Reggio deve ripartire dalla valorizzazione di ciò che ha, non servono molte idee, serve rendere vivibile un territorio facendo funzionare i servizi, serve programmare le attività più elementari e premere sull’unico pedale della progettazione turistica, del rendere fruibili le risorse naturali e la vocazione unidirezionale di questa città. Serve una squadra forte, nuova e competente, condotta da un Sindaco capace, innamorato e coraggioso, che allarghi gli orizzonti della nostra prospettiva liberandosi da questa accidia pericolosa e umiliante che ha fatto cadere l’intero indotto in una depressione economica e morale senza precedenti. È il mondo associazionistico di settore che chiede una sferzata all’annichilita capacità imprenditoriale, che contesta i dati sulla differenziata, che invoca a gran voce un rinnovamento. Sono in tanti ed autorevoli gli esponenti della società civile reggina intenti a manifestare perplessità per una azione politica più incline ad accomodanti cliché che alla soluzione delle reali problematiche cittadine e metropolitane.
E la politica deve dare risposte serie e puntuali. Ed è per questi illustrati motivi che nelle settimane passate ho invitato i rappresentanti dei partiti e dei movimenti politici che fanno capo alla coalizione del centrodestra a rompere gli indugi, i silenzi, i rinvii. Reggio è stanca di ascoltare bugie, di leggere proclami cui mai una volta segue un risultato ottenuto davvero. I reggini stufi di farsi canzonare, gli esercenti disincantati di fronte al nulla concretizzatosi dopo le tante promesse non mantenute. A questa totale disillusione si contrappone una sfacciataggine politica unica nel suo genere, la negazione della realtà, una richiesta di fiducia inaccettabile e che i reggini restituiranno al mittente presto. Perché, fuori dai facili slogan ascoltati in questi due giorni di propaganda del niente, è ormai ben chiaro a tutti che per restituire dignità all’azione politica reggina basterà che finisca questo triste mandato.
Il Coordinatore Metropolitano
Ernesto Siclari