La missione Apollo 11 rappresentò l’apice della corsa allo spazio intrapresa tra Stati Uniti e Russia negli anni della Guerra Fredda. Bruciati dai sovietici dopo il successo dello Sputnik e del primo viaggio nello spazio di Gagarin, gli Usa volevano a tutti i costi raggiungere la Luna e lo fecero rispettando le previsioni di John F. Kennedy, che nel 1961 aveva predetto lo sbarco entro 10 anni.
In pochi anni, la competizione tra i due Paesi aveva portato a un progresso senza precedenti, con la costruzione di giganteschi razzi e capsule spaziali; tuttavia, l’arrivo sulla Luna segnò un punto molto importante a favore degli americani. Come l’Astolfo dell’Orlando furioso (spedito sulla Luna da Ludovico Ariosto nel ‘500 per ritrovare il senno dell’umanità), la passeggiata di Neil Armstrong e Buzz Aldrin segnò una tregua per i rancori e i disordini di quegli anni. Era il 20 luglio del 1969, quando Armstrong scese la scaletta del modulo spaziale lasciando la sua impronta sul nostro satellite; l’uomo aveva superato ogni confine conosciuto conquistando la Luna, mentre l’emozione attraversava ogni angolo della Terra, tanto che ancora oggi quella notte d’estate è ricordata e celebrata in tutto il mondo. “Un piccolo passo per l’uomo, ma un gigantesco passo per l’umanità” disse un Armstrong titubante sull’ultimo gradino della scaletta del Lem “Aquila” per poi poggiare il suo piede sinistro sulla superficie lunare, seguito poco dopo dal compagno di viaggio Aldrin, mentre in orbita intorno alla Luna, a bordo della capsula madre “Columbia”, restava ad aspettarli il terzo astronauta della missione Michael Collins, paradossalmente così vicino, ma anche l’unico a non aver visto in diretta l’evento.
Raccolti campioni di roccia e scattate foto del nostro satellite, i due astronauti lasciarono una targa: “Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969. Siamo venuti in pace, a nome di tutta l’umanità”. Quel giorno del decollo dell’Apollo 11 fu davvero come se tutto stesse ruotando intorno alla Luna. Nelle scuole e nei bar non si parlava d’altro, mentre milioni di persone rimasero incollate agli schermi delle tv per non perdere l’appuntamento con il progresso. I negozi di elettrodomestici, con le vetrine zeppe di schermi accesi, furono presi d’assalto e i consumi elettrici, quella notte, segnarono valori record. Da allora sono passati 50 anni, ma l’impronta impressa da Armstrong è ancora indelebile nella storia dell’umanità e di chi come me, all’epoca studente liceale, così come tanti giovani ragazzi, ambiva ad essere partecipi di quel boom economico di cui l’intera Nazione avrebbe nel corso del tempo beneficato.
Negli annali della storia della Tv di Stato del tempo, passò un altro aspetto non di poco conto: fu la prima maratona televisiva della Rai – 28 ore di diretta dallo studio 3 di via Teulada – condotta da Tito Stagno con i commenti di Andrea Barbato e, dal Centro Spaziale della Nasa di Houston, di Ruggero Orlando. Una delle più lunghe e accurate d’Europa vide alternarsi in studio tantissimi ospiti, oltre a collegamenti con l’America. Tito Stagno fu il protagonista assoluto di quella magica notte, passato alla storia della televisione italiana per la sua “gaffe” durante la diretta dello sbarco, quando annunciò troppo presto e con enfasi che il modulo lunare aveva appena toccato il suolo del nostro satellite (in realtà, stava ancora atterrando) venendo corretto immediatamente dal collega Orlando. Ne scaturì un battibecco, che si trascina mediaticamente ancora oggi. Quella maratona televisiva viene anche ricordata per un altro singolare motivo: introdusse un concetto completamente nuovo per la tv, ovvero l’idea che un grande evento potesse stravolgere il normale palinsesto delle reti nazionali, che allora stavano proponendo ad un pubblico sempre più vasto un’attenta programmazione, all’epoca molto seguita. La Luna, che fino al momento era stata celebrata come un fenomeno canoro e letterario, all’improvviso divenne un fatto reale con quel “passo” che cambiò il corso della storia dell’intera umanità. A 50 anni di distanza, la Rai, come allora, dedicherà un’intera giornata speciale di programmazione prevista per sabato 20 luglio 2019. La giornata, denominata “Moon Day”, vedrà impegnato tutto il servizio pubblico. Oltre ad immagini di repertorio, video inediti che racconteranno ai telespettatori quelle emozioni rimaste impresse nella memoria collettiva di tutti, ci sarà spazio anche per la diretta del lancio della missione “Beyond”, per la prima volta a guida italiana, capitanata da Luca Parmitano.
Quell’impresa, importante sia sotto l’aspetto umano che scientifico, dimostrò la vittoria dell’ingegno e della capacità dell’uomo che era riuscito a raggiungere un traguardo davvero unico.