Solo qualche giorno addietro abbiamo sottolineato l’ipocrisia di una maggioranza politica che governa la città di Reggio Calabria con la piena consapevolezza di non avere nè i numeri nè il consenso pubblico per poter concretizzare una fase amministrativa ormai indifferibile. Una pseudo-maggioranza che, all’indomani della débâcle in aula consiliare sul voto d’approvazione del Bilancio consuntivo, si giustificava con sconcertante superficialità e si auto-assolveva proponendo, anzi, un’azione di rilancio per il restante scorcio legislativo grazie ad una ritrovata “coesione granitica”. Peccato verificare con mano prima il delirio sconsiderato del capogruppo Pd in comune su una serie di risultati “eccezionali” che avrebbero consentito al suo partito di primeggiare in città grazie ad un riconosciuto, ipotetico, consenso da parte dei nostri concittadini (paragonandolo addirittura al “modello Reggio”), per poi essere smentito e tacciato di sproloquio proprio da un altro consigliere comunale del Pd, che ha definito le parole del proprio Capogruppo comunale “millantate esternazioni”, “offensive” e “superficiali”.
Ora, partendo dal presupposto che, almeno in parte, condividiamo l’analisi critica ma molto realistica del subalterno delegato del Pd in seno alla ex-maggioranza comunale, quello che si evince è la totale assenza di un progetto di governo comune della città e la totale disarmonia, per non parlare d’altro, fra i componenti stessi della prima forza politica di Palazzo San Giorgio. La mancanza di visione che drammaticamente emerge in queste ore in tutta la sua cruda inconsistenza e l’incomparabile parallelismo con il “modello Reggio” di Peppe Scopelliti e di quella stagione di risultati esaltanti, ci scoprono protagonisti di una triste realtà fatta solo di fallimenti politici e promesse disattese. Una nostalgia che con l’arrivo dell’estate prende ancora più consistenza perché ci riporta agli anni in cui l’arrivo della bella stagione corrispondeva ad un’esplosione di gioia e di vita cittadina che coinvolgeva tutto e tutti, dai ragazzi, agli adulti, agli anziani. Come sono lontane le serate in cui Reggio Calabria si illuminava a festa per decine di concerti estivi che riempivano le piazze e le vie con migliaia di persone pronti a condividere momenti di spensieratezza e felicità, e sempre senza pagare un solo centesimo. Come non fare un parallelismo con quelle estati in cui RTL 102,5, per 35 giorni consecutivi, sostava sul lungomare più bello D’Italia e da lì, sempre in diretta, proponeva e divulgava le nostre bellezze in ogni angolo del Bel-Paese e, soprattutto, grazie alle sue serate danzanti offriva ai nostri figli la possibilità di vivere grandi eventi senza andare chissà dove lontano da casa.
Una programmazione che nasceva da un progetto politico serio chiamato “Reggio città turistica” e dove niente era lasciato al caso o, tanto meno, ai litigi interni di una politica miope ed egoistica. Quel modello, reale, che ha visto nel turismo il futuro dei reggini come l’unica vera possibilità di sviluppo e crescita possibile e che attraverso il quale è riuscito a giungere a risultati strabilianti. I ragazzi di quegli anni hanno potuto usufruire del progetto “Passaporto per l’Europa” e, a differenza di chi oggi predica bene sull’Europa ma razzola male, nei mesi estivi usufruivano di una vacanza-studio ad un prezzo simbolico verso l’isola di Malta dove si coniugava l’esperienza unica di un viaggio all’estero ed il conseguimento di un certificato internazionale linguistico utilissimo. Molti, allora, si chiedono perché non prendere spunto da queste esperienze che hanno fatto grande Reggio in un passato non troppo lontano, e riproporre una visione di turismo da cui Reggio Calabria, dati alla mano, non può prescindere? Ancora oggi mi chiedo, e non solo in quanto addetta ai lavori, come sia stato possibile rinunciare con consapevolezza alla realizzazione di un progetto grandioso come il “Regium Waterfront”di Zaha Hadid, architetta irachena di fama mondiale prematuramente scomparsa, che avrebbe portato Reggio Calabria nell’olimpo della grandi capitali mondiali trasformandola in una meta per milioni di turisti portatori di sano benessere economico. Ed ancora più inquietante risulta il quadro che si delinea secondo alcuni attuali inquilini di Palazzo San Giorgio, per cui l’opera in realtà avrebbe preso corpo: un’utopia assordante inascoltabile. Infatti, quello che l’Amministrazione Falcomatà ha cantierato è solo uno stralcio del progetto relativo alle opere complementari del grande progetto, quella parte di opera finanziata, e quindi non più annullabile, a valere sui fondi POR CALABRIA FESR 2007/2013, Asse VIII Città, (P.I.S.U.). Concludendo, senza apparire eccessivamente nostalgici, possiamo dire che l’amministrazione comunale in carica appare ormai priva di idee nuove e soprattutto di buona volontà nel ripristinare quelle cose che funzionavano benissimo, prigioniera di un astio politico derivante dalla grandezza che Reggio negli anni trascorsi ha vissuto e che è rimasto indelebile nelle menti e nei cuori di chi ama la nostra città, non solo a parole.
Prof.ssa Arch. Ersilia CEDRO
Docente Architettura e Design Liceo I.I.S. “Guglielmotti” di Civitavecchia
e Dirigente Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità