Sconcertata ma non sorpresa. Non credevo che si potesse giungere a tanto, e soprattutto da parte di persone che dovrebbero difendere i diritti delle donne in politica proprio perché loro stesse ne rappresentano una minima parte attiva. Ho letto con attenzione la nota che le “assessora” del comune di Reggio hanno scritto sulla non approvazione della doppia preferenza di genere in Consiglio regionale e ne sono rimasta profondamente colpita, non tanto dal campanilismo politico che potrei anche capirlo, non giustificarlo, ma soprattutto dall’ipocrisia malsana che ne trasuda, in una ricerca spasmodica di nascondere la grave responsabilità politica dell’evidente fallimento dell’attuale partito di maggioranza dell’esecutivo regionale.
La leggerezza delle rappresentanti PD nel rappresentare la “sconfitta” delle donne in consiglio regionale per mano di un centrodestra ipocrita e l’invito alle colleghe avversarie a prenderne le dovute distanze è oltremodo offensivo verso l’intelligenza propria e poco rispettoso della comunità intera. Care donne del PD, invece di offuscare gli eventi parlando degli astenuti del CDX, perché non avete chiesto al capogruppo di “Oliverio Presidente” le ragioni del suo voto contrario e, purtroppo, determinante per la non approvazione? Un evento che avrebbe cambiato le sorti della norma in aula ma, si sa, davanti alle proprie responsabilità è più facile fuggire e scaricare le colpe sull’opposizione presente.
Il vostro vero problema è questo: non affrontare le questioni interne, tanto da giungere a fine legislatura dilaniati da correnti interne completamente in rotta fra loro. Se fossi al vostro posto, care esponenti orgogliose del Pd, oggi andrei dal Presidente del Consiglio Irto e dal Capogruppo PD Romeo e li inchioderei pubblicamente alle loro responsabilità, ponendo loro due semplici domande. La prima: se la Pl 31/10, così detta doppia preferenza di genere, è stata depositata in segreteria assemblea il 6 maggio del 2015, assegnata alle commissioni competenti il giorno successivo, approvata all’unanimità il 16 di luglio e pronta per essere discussa in aula già dal 4 agosto dello stesso anno, perché, cari onorevoli ed autorevoli esponenti regionali del PD, non è stata posta all’ordine del giorno dei lavori in aula? Eppure da quella data ci sono stati altri 6 consigli regionali per il 2015, nel 2016 contiamo 15 sedute dell’assemblea regionale, nel 2017 abbiamo 13 convocazioni e nel 2018 ben 17 consigli ricchi di proposte approvate per ogni singola seduta! La seconda domanda: cosa ha impedito l’inserimento della PL 31/10 all’ordine del giorno di uno di questi 51 consigli regionali, di cui ricordo la maggioranza ha sempre avuto i numeri per le approvazioni che riteneva opportuno? Invito le signore del PD a verificare quante leggi i loro più autorevoli rappresentanti regionali, quando hanno voluto, dal 2015 ad oggi hanno approvato in pochi mesi e senza mai l’ausilio della minoranza! Care donne, esponenti del Pd locale, lasciate perdere ogni forma di giustificazione politica verso coloro a cui, umanamente, dovete una forma di riconoscenza per le poltrone che oggi occupate, piuttosto dedicatevi per il tempo “amministrativo” che vi rimane alle necessità dei reggini che quotidianamente bussano disperati alle porte dei vostri uffici.
Prof.ssa Arch. Ersilia CEDRO
– Docente Architettura e Design Liceo I.I.S. “Guglielmotti” di Civitavecchia
e Dirigente Nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità –