“Se hai dubbi su ciò che stai facendo, mettiti a correre. Corri a perdifiato, senza mai fermarti“. L’enigmatica frase ben riassume le altrettanto controverse vicende che ruotano attorno ad Harry Quebert, scrittore di successo che basa il suo allure su una menzogna che avrà conseguenze disastrose 30 anni dopo, innescate da un drammatico ritrovamento. Patrick Dempsey nella doppia veste di produttore e protagonista saluta così definitivamente il personaggio che lo ha reso iconico sex symbol del nuovo millennio (quel “dottor Stranamore” che tanto ha fatto tribolare Meredith Grey e le fan del melò medico “Grey’s Anatomy”) per vestire i panni del ben più discutibile Harry Quebert nella miniserie in onda su Sky Atlantic: “La verità sul caso Harry Quebert“.
La trama
La miniserie di 10 episodi, diretta dal francese Jean-Jacques Annaud, è un adattamento dell’omonimo romanzo dello svizzero Joel Dicker, uscito nel 2012 ed ancora oggi uno dei titoli più ambiti tra gli scaffali delle librerie. La storia prende il via dal drammatico ritrovamento del corpo della 15enne Nola Kellergan nel giardino di Harry Quebert, famoso scrittore divenuto un mito della letteratura con il romanzo “Le origini del male“. A correre in soccorso del suo pigmalione è il giovane autore di grido, ma in attuale crisi creativa, Marcus Goldman, che rilancerà il suo nome nell’Olimpo della bibliografia proprio raccontando non solo la verità sul delitto Kellergan, ma le vere “origini del male”, incarnate in quasi tutta la popolazione di Sommerdale, Quebert compreso.
Tra colpi di scena, rivelazioni e ripristino della giustizia e della verità, Marcus scoprirà l’altro volto di Harry Quebert, con rivelazioni dolorose e difficilissime da digerire.
La recensione
Non manca certo la suspense ne “Il caso Harry Quebert“, che non finisce mai di sorprendere lo spettatore sino all’ultimo minuto della decima puntata. Lo show americano è stato oggetto di critiche feroci dagli addetti ai lavori, che accusano Dempsey e l’intero entourage di non aver prestato abbastanza attenzione nel delineare i personaggi femminili, ritratti come assatanate disposte a tutto pur di poter portare a casa il “buon partito”. In realtà, il nocciolo della questione non è tanto il femminicidio della giovanissima e problematica Nola (interpretata dalla 23enne Kristine Froseth, perfetta nel ruolo della teenager apparentemente pura, ma prigioniera dei suoi demoni), bensì la relazione conturbante che la ragazzina intrattiene con lo scrittore e che i due amanti tentano disperatamente di legittimare agli occhi non solo di Marcus, ma anche di noi telespettatori, generando invece una reazione disturbante che rischia di non abbandonarci mai.
Altro elemento importantissimo che innesca le drammatiche vicende della miniserie trasmessa da Sky Atlantic è il ricorso alle menzogne per costruirsi non solo un’immagine irreprensibile in quel di Sommerdale, ma per reinventare una vita sull’altrui pelle. Quasi tutti mentono ne “Il caso Harry Quebert”: le forze dell’ordine, i titolari del diner (centro nevralgico di alcune vicende del telefilm), persino il padre della vittima, il Reverendo Kellergan, che dovrebbe essere portavoce della verità al di sopra di tutto. Gli unici a non mentire sono il giovane Marcus (Ben Schnetzer), che si spingerà sino al limite pur di riabilitare il suo mentore; il sergente Perry Gahalowood (che garantisce anche alcuni dei momenti più ilari e distensivi del drammatico killer, interpretato dal bravissimo Damon Wayans Jr); il disperato e tormentato Luther Caleb (Josh Close), autista del ricco ed ambiguo Elijah Stern, la cui enigmatica figura sarà ben più importante di quanto si creda.
“La verità vi renderà liberi” recita la Bibbia; ma siamo certi che per Harry Quebert sia così? Etichettato, marchiato come pedofilo ed assassino con la stessa velocità con il quale era stato trasformato in un divo ambito dalle donne di Sommerdale, lo scrittore perderà non solo la sua nutrita schiera di fan, ma anche e soprattutto la fiducia di Marcus, il vero “eroe” della miniserie, che fino all’ultimo si batterà con le unghie e con i denti per ristabilire un pò di giustizia e rimettere le cose a posto. “Il caso Harry Quebert” vi terrà inchiodati alla poltrona, anche nei momenti in cui proverete un comprensibile disgusto o choc nei confronti di alcuni personaggi e di alcune scoperte che emergeranno nel corso della storia, riportate alla luce assieme ai resti della povera Nola, e che non vi permetteranno di scoprire così facilmente chi ha assassinato la 15enne e, soprattutto, perché. Ogni personaggio, ogni vicenda ad esso legata è una tessera di un puzzle che compone una realtà ancora più distorta, fatta di intrighi, relazioni “malate”, menzogne che a qualcuno potranno lasciare l’amaro in bocca, ma che certamente non lasceranno indifferente nessuno.