Un messaggio a tutti i patiti di Umberto Eco e agli amanti delle serie TV: l’attesa è finalmente finita! E’ fissato alle ore 21:25 di stasera sulla rete ammiraglia Rai l’esordio della fiction evento “Il Nome della Rosa“. Si tratta di una produzione internazionale diretta da Giacomo Battiato, che vanta un cast che nulla ha da invidiare alle produzioni stellari targate HBO: John Turturro, Rupert Everett, Damian Hardung ed i “nostri” Alessio Boni, Greta Scarano (reduce dal set di “Non mentire”) e Fabrizio Bentivoglio presteranno voce, corpo e sentimenti ai personaggi che hanno reso grande l’opera letteraria di Umberto Eco, che ha al suo attivo anche una trasposizione filmica cult, datata 1986, con protagonista l’affascinante Sean Connery.
Un romanzo attuale
Edito da Bompiani nel 1980, “Il nome della rosa” vede protagonista il celeberrimo frate francescano Guglielmo da Baskerville (Turturro) che si trova suo malgrado coinvolto in una catena di omicidi, sui quali indagherà in compagnia del suo giovane novizio, Adso da Melk (Hardung). Il romanzo, ambientato nel 1327 in Italia, propone tematiche sempre attuali: la sempreverde diatriba tra Chiesa e scienza, l’importanza della cultura all’interno di una società o il ruolo della donna durante il periodo medievale, il tutto trattato con uno stile accattivante, tipico dei migliori polizieschi.
John Turturro, che oltre ad interpretare Guglielmo da Baskerville ha collaborato anche alla stesura dello script della serie televisiva, non aveva mai letto l’opera di Eco prima di accettare di prendere parte alla co-produzione italo-tedesca. “Ho posto una condizione per accettare di diventare Guglielmo da Baskerville. Che nella sceneggiatura ci fosse più Eco possibile: non un’interpretazione ma proprio le parole del suo romanzo”, ha ammesso l’attore, noto al grande pubblico per la sua performance nella mini-serie “The night of“, che ha deciso di non visionare neanche il film con protagonista Sean Connery pur ammirando la capacità attoriale dell’indimenticabile 007.
L’ “eretico” Rupert
Antagonista del “detective francescano” è Bernardo Gui, inquisitore francese che nelle otto puntate della fiction avrà il volto del britannico Rupert Everett. Un ruolo forse inedito per l’attore, noto soprattutto per le sue interpretazioni in commedie brillanti, una fra tutte “Il matrimonio del mio migliore amico“. La partecipazione a “Il nome della rosa” è considerata dal buon Rupert come una “crociata contro la cultura in cui sono cresciuto, contro la Chiesa cattolica che, nel Medioevo, era più terribile dell’Isis e che ancora oggi mi vedrebbe volentieri all’inferno per il solo fatto di essere gay“.
Location da sogno
“Il nome della rosa” è stato girato a Cinecittà, dove sono stati ricostruiti gli interni di chiostri e chiese; la Mecca del cinema italiano non è stata, però, l’unico set della serie. Molte riprese, infatti, sono state girate in aree da sogno site tra Lazio, Umbria ed Abruzzo. La fiction, visibile sull’emittente italiana a partire da stasera, promette di essere una sfida italiana al mercato globale: la trasposizione di Battiato è stata, infatti, già venduta in 136 Paesi nel mondo.