Alle prime ore di oggi 5 dicembre 2018 è stata eseguita un’imponente operazione giudiziaria internazionale che vede impegnate Autorità Giudiziarie e Forze di Polizia di Italia, Germania, Paesi Bassi e Belgio, in un’azione comune contro la ‘ndrangheta e le sue proiezioni in Europa e nel Sud America, nel quadro di un’organica ricostruzione di molteplici attività delittuose poste in essere, sul territorio nazionale e all’estero, da diversi esponenti di affermate e risalenti famiglie della criminalità organizzata calabrese, operanti principalmente nel cuore della Locride.
Nell’ambito dell’“Action day” – scattato alle ore 04.00 – sono stati arrestati, in contemporanea, in diversi Stati europei e del Sud America, 90 soggetti, accusati, a vario titolo, di gravi delitti, fra i quali, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose.
L’operazione è il frutto di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) costituita il 18.10.2016, a L’Aia (NL), presso Eurojust tra Magistratura e Forze di Polizia di Italia, Paesi Bassi e Germania, cui hanno aderito, per l’Italia la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con il supporto della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro con il supporto del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza ed il IV^ Gruppo del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza; per la Germania la Procura di Duisburg e il Bundeskriminalamt (B.K.A.) di Wiesbaden, per i Paesi Bassi la Procura di Zwolle e il F.I.O.D. (Corpo olandese di polizia fiscale ed economica) di Eindhoven.
Le indagini
L’obiettivo della Squadra Investigativa è stato quello di perseguire un gruppo criminale di stampo ‘ndranghetista, dedito al traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio e reinvestimento di rilevati capitali finanziari, operante in Italia e nel Nord Europa, all’interno del quale GIORGI Giovanni cl. 1966, originario di Bovalino (RC), rappresentava il principale punto di riferimento delle cosche prevalentemente di San Luca (PELLE-VOTTARI e ROMEO) ma anche di Natile di Careri (CUA-IETTO) e Gioiosa Jonica (tramite gli URSINI), per il reinvestimento di capitali illeciti in attività commerciali nel settore della ristorazione in Nord Europa. L’inchiesta “European ‘ndrangheta connection” ha dimostrato che il GIORGI si occupava, prima sul territorio olandese e poi su quello tedesco, di investire ingenti somme di denaro in attività commerciali operanti nel lucroso settore della ristorazione, fungendo, quindi, da collettore per l’investimento di denaro provento di affari criminali per conto di numerosi soggetti, molti dei quali facenti parte di diverse cosche di ‘ndrangheta dell’area ionica della provincia reggina, i quali divenivano, in tal modo, soci occulti delle attività commerciali a lui riconducibili. Tra questi il ristorante “La Piazza 3” e l’adiacente gelateria “Cafè La Piazza” di Brüggen (D), che costituivano, tra l’altro, la sede di supporto logistico ai traffici di droga (cocaina) proveniente dall’America Latina, stoccata tra Olanda, Belgio, Germania e distribuita tra l’altro in diverse regioni italiane.
Nello specifico settore del traffico internazionale di cocaina, l’inchiesta ha consentito di di svelare l’esistenza di una agguerrita consorteria calabrese di stampo ‘ndranghetista, in grado di contare su basi logistiche dislocate in più Regioni d’Italia ma anche, e soprattutto, nei Paesi Bassi e in Germania, estremamente organizzata ed economicamente florida, composta da numerosi accoliti e dotata di una vera e propria flotta di mezzi necessaria per far giungere a destinazione la cocaina. In tale contesto, emergevano esponenti delle cosche ‘ndranghetistiche dei PELLE-VOTTARI, ROMEO alias “Stacchi” e GIORGI “Ciceri” di San Luca (RC), molti dei quali già da anni stabilmente residenti in Nord Europa, luoghi ove coordinavano agevolmente grosse importazioni di cocaina dall’America Latina, senza mai allentare i rapporti con l’originaria Calabria.
Tra i personaggi verticistici spiccano nomi blasonati nel panorama del traffico internazionale di stupefacenti quali: i fratelli MARANDO Giuseppe (già latitante) e Francesco, originari di Locri; MAMMOLITI Josè Manuel; GIORGI Giovanni classe ‘63; COSTADURA Antonio, alias “U Tignusu”; ROMEO Domenico alias “Corleone”; ROMEO Francesco Luca; ROMEO Sebastiano; STRANGIO Domenico.
Il traffico di droga “aziendale” in Nord Europa
Tali soggetti, deputati alla pianificazione delle importazioni ed al successivo smistamento della droga sul territorio nazionale, in particolare in Calabria e Lombardia, operavano in un’ottica prettamente aziendale, avevano spostato i loro interessi in Nord Europa, ove risulta più agevole ed economicamente vantaggioso procurarsi ingenti quantitativi di cocaina in arrivo direttamente dai Paesi produttori sudamericani, principalmente, nei sedimenti portuali di Anversa e Rottherdam.
Il compito di recuperare e modificare ad hoc numerose autovetture, dotate di complicatissimi doppifondi, così da renderle praticamente “impermeabili” ai normali controlli su strada da parte delle diverse Forze di Polizia, era affidato a un sodalizio di pregiudicati turchi, da anni trapiantati in Germania, ove gestivano un autonoleggio, mentre il trasporto del narcotico in Italia veniva delegato a fidati ed esperti corrieri che raggiungevano Calabria e Lombardia, ove la cocaina veniva immessa in commercio. Grazie ad un’intuizione investigativa di fondamentale importanza, che ha consentito ai finanzieri ed ai poliziotti impegnati nell’investigazione di ascoltare in Italia le conversazioni captate in territorio tedesco, in diretta, sfruttando appositi server in dotazione al BKA, nonostante le accortezze poste in essere dai trafficanti, dal mese di marzo al mese di giugno 2017 venivano sequestrati oltre 33 kg di cocaina (nel corso di tre distinti interventi repressivi svolti in Italia ed in Svizzera) con l’arresto, in flagranza di reato, di tre corrieri.
Dallo scambio informativo con il FIOD olandese è stato, inoltre, possibile ricostruire un episodio criminale, risalente al 2015: il sodalizio, sfruttando una ditta costituita ad hoc ed intestata ad una “testa di legno”, tentava di importare, con la complicità di trafficanti di Guyana e Suriname, un carico di cocaina pari a 95 kg, sottoposto a sequestro al porto di Rotterdam. Per quanto concerne l’Italia, l’ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria – concordando pienamente con le risultanze investigative rassegnate in una corposa richiesta di misure cautelari avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria ed acquisite nel corso di complesse e articolate indagini condotte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza – ha emesso tre distinte ordinanze di custodia cautelare (nr. 52/2018 R.O.C.C., nr. 53/2018 R.O.C.C., nr. 54/2018 R.O.C.C.) disponendo la misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di 70 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione mafiosa, riciclaggio, fittizia intestazione di beni ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose. Quanto agli altri Stati, il BKA tedesco procederà all’arresto di 10 soggetti, di cui 6 sono colpiti anche dal titolo custodiale italiano BILGICI Serkan, nato a Bonn (D) il 17.01.1980, BOZKURT Halil, nato a Mersin (TR) il 15.12.1980, GIORGI Giovanni, nato a San Luca (RC) il 07.12.1963, MAMMOLITI José Manuel, nato a Cinquefrondi (RC) il 03.05.1989, MARANDO Giuseppe, nato a Locri (RC) il 29.11.1985 e KEMAL Tekin, nato a Colonia (D) il 12.10.1984). Le Autorità tedesche hanno emesso provvedimenti cautelari in carcere anche nei confronti dei calabresi GIORGI Bruno, nato a Duisburg (D) il 06.03.1978 e GIORGI Francesco, nato a Locri (RC) il 13.12.1985, entrambi indagati per traffico di droga. GIORGI Francesco, presente attualmente in Italia, verrà arrestato sulla base di un M.A.E. emesso dall’A.G. tedesca. Le Forze di Polizia Olandesi aderenti al JIT procederanno all’arresto di 7 persone, fra cui GIORGI Giovanni cl. 1966, che dovrebbe trovarsi a Tegelen, al confine tra Olanda e Germania, colpito dal M.A.E. emesso dall’A.G. italiana. La Polizia Belga coopera nell’esecuzione di 3 M.A.E. emessi dall’A.G. italiana nei confronti di COSTADURA Antonio Calogero, SCALIA Stefano e STRANGIO Domenico cl. 1989 e procederà all’arresto di ulteriori 9 soggetti indagati nell’ambito di autonome indagini delle Autorità Belghe. Prenderanno parte in Italia all’Action day investigatori del F.I.O.D. olandese. Poliziotti e Finanzieri italiani parteciperanno alle operazioni in Germania ed Olanda.
Tra i soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo emesso dall’A. G. italiana figura il noto narcotrafficante IETTO Antonio (zio di MARANDO Giuseppe e Francesco), già tratto in arresto a Colonia (D) il 3.08.2016, dopo un lungo periodo di latitanza, in quanto nei suoi confronti, nel corso delle indagini, sono stati acquisiti precisi elementi di responsabilità in merito alla pianificazione, posta in essere poco prima della sua cattura, di un ingente narcotraffico di centinaia di chilogrammi di sostanze stupefacenti.
Il narcotraffico in Sudamerica
Analogo rilievo assume l’aver azzerato un consolidato gruppo di persone di origine campana in rapporto di stretta collaborazione con le famiglie della Locride, che nel corso del tempo è stato capace di organizzare e gestire importanti carichi di cocaina provenienti dal Sud America. Soffermandosi proprio sulle importazioni in Europa di grossi quantitativi di cocaina, è emerso un sodalizio di potenti narcotrafficanti che dai Paesi produttori facevano giungere sulle piazze europee massicce quantità di cocaina. Aumentando il potere di penetrazione investigativa, grazie ad una sinergica collaborazione con la D.E.A. americana, è stato possibile svelare i rapporti illeciti delle cosche di ‘ndrangheta monitorate con alcuni soggetti campani, già indagati nell’ambito di un distinto fascicolo processuale, tra i quali la pluripregiudicata Maria Rosaria CAMPAGNA, compagna del boss della mafia catanese Salvatore Cappello, indiscusso capo dell’omonimo clan di Catania, ed i germani Serafino e Giulio Fabio RUBINO. Tali soggetti campani hanno, sin da subito, rivelato un’enorme disponibilità economica da investire nel narcotraffico, riuscendo ad importare dal Sudamerica centinaia di chili di cocaina. Mentre Serafino RUBINO, già latitante in Colombia per altre vicende legate agli stupefacenti, tratto in arresto proprio in Sudamerica grazie al proficuo scambio informativo con la DEA, curava, da esperto broker, de visu i rapporti con i Cartelli colombiani, il fratello Giulio Fabio coordinava le attività in Campania e la “donna di Napoli”, la CAMPAGNA appunto, manteneva i rapporti con più consorterie, anche al fine di garantire lo “scarico” della cocaina in più porti sia italiani che europei.
La sinergia criminale tra tali soggetti emergeva nitidamente quando un carico di circa 60 kg. di cocaina giungevano al porto di Gioia Tauro e la Campagna si affidava ai potenti sodali calabresi per recuperare la partita di narcotico. Anche sulla base del continuo e proficuo scambio info-investigativo tenuto tra le forze di Polizia operanti, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, si riusciva a ricostruire l’intero illecito affare, conclusosi con il sequestro di 57,77 kg di cocaina effettuato ad opera dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro nel novembre del 2016. In una sorta di “mutua assistenza criminale”, in una successiva occasione saranno, invece, i calabresi a tentare di sfruttare le “conoscenze” dell’abilissima Campagna, per recuperare una partita di cocaina dirottata in Grecia. Nel tempo, i soggetti campani collegati alle cosche di ‘ndrangheta si sono dimostrati così potenti economicamente da non accusare i durissimi colpi assestati dagli inquirenti: basti pensare che, in un arco temporale relativamente ridotto, sono stati sottratti dalla disponibilità dei criminali oltre 360 kg di stupefacente. Più nel dettaglio, oltre al sequestro effettuato presso il porto di Gioia Tauro di cui sopra, il primo imponente riscontro lo si otteneva quando le Autorità panamensi, nell’aprile del 2016, procedevano al sequestro di 129 kg di cocaina, destinati al porto di Napoli.
Nonostante l’ingente perdita, ben presto, viene predisposto un nuovo progetto, teso ad importare la cocaina dal Sudamerica, questa volta attraverso un porto del Nord Europa. È proprio la CAMPAGNA che, accompagnata dal figlio CAPPELLO Salvatore Santo, si reca in Olanda per organizzare l’esfiltrazione della droga. Nel frattempo gli investigatori avevano individuato il container “contaminato” che veniva dirottato dall’Olanda al Belgio per lo sdoganamento. Malauguratamente per i trafficanti, i militari del Nucleo P.E.F./G.I.C.O., per il tramite della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, attivavano le Autorità belghe che, il 25.01.2017, rinvenivano, presso lo scalo portuale di Anversa 169,45 kg di cocaina stipati in un container. In ultimo, nell’aprile del 2018 veniva operato l’ultimo sequestro, pari a 7 kg di cocaina, che i narcos avevano tentato di far giungere in Italia, questa volta facendo sbarcare il carico presso il porto di Livorno.
Il sequestro in Toscana è l’ulteriore conferma delle enormi potenzialità degli indagati che, con facilità estrema, curavano l’importazione di massicce quantità di cocaina dal Sudamerica e che, con altrettanta abilità, riuscivano a trovare in più porti quello che, nel gergo dei narcos, viene definito come “scarico”, ovverosia la possibilità di far uscire la droga dal sedimento portuale d’arrivo grazie ad “agganci” locali utili allo scopo.