Sensibilizzare le genti calabresi verso la lingua e la cultura greca valorizzando le nostre radici storiche per comprendere le nostre tradizioni attuali: è l’obiettivo ambizioso del corso di lingua grecanica (o meglio, greco-calabra) “Pame Ambrò“, organizzato dal comune di Reggio Calabria sotto la supervisione dell’assessorato delle Minoranze Linguistiche guidato dall’arch. Lucia Anita Nucera. L’organigramma del corso è stato presentato ieri presso la Sala dei Lampadari del reggino Palazzo San Giorgio, presenti, oltre alla Nucera, il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà e diversi esponenti e rappresentanti della comunità linguistica greca della provincia di Reggio, nonché alcuni studiosi ed esperti di tradizioni culturali come il prof. Daniele Castrizio. E non è stato un caso se sia stato scelto il 20 febbraio come data per presentare l’iniziativa, dato che si è trattato della vigilia della Giornata Internazionale della Lingua Madre (istituita dall’UNESCO), che cade proprio oggi 21 febbraio. Ma più che un corso tout court, “Pame Ambrò” consisterà in una serie di incontri culturali alla sala “Altiero Spinelli” del Cedir, che si terranno ogni mercoledì a partire dal prossimo 7 marzo e fino al 13 giugno, dalle 17 alle 19: lo scopo dichiarato è promuovere e valorizzare non solo la lingua greca di Calabria, ma soprattutto la comunità linguistica grecanica della Ionica reggina, all’insegna dell’invito “Elate vas amenome na pame ambrò immia”, cioè “venite, vi aspettiamo per andare avanti insieme”. Il corso sarà interamente dedicato allo studio e all’approfondimento della storia, la lingua, la cultura, l’architettura e la musica grecaniche, non certo in senso prettamente accademico, ma concepito bensì come una condivisione di esperienze assieme agli esperti e ai docenti, comprese alcune visite sull’intero territorio greco-calabro e degustazioni in loco di cibi tipici. Oltre 70 partecipanti hanno già dato la loro adesione all’iniziativa compilando l’apposito modulo d’iscrizione disponibile nella sezione “Minoranze Linguistiche” sul sito del Comune, mentre i ritardatari hanno ancora tempo fino al 27 febbraio per farlo.
La presentazione del corso
Il primo a parlare alla presentazione del progetto è stato il sindaco Falcomatà: “Con iniziative di questo genere vogliamo suggerire ai cittadini di tornare alle radici della nostra storia per comprendere anche il nostro presente culturale – ha dichiarato – ed è soprattutto per questo che abbiamo istituito l’assessorato per le minoranze linguistiche. C’è anche un forte paradosso nella nostra comunità grecanica: l’isolamento di queste popolazioni, che ai più è sempre parso come un esempio di disagio ed arretratezza di quelle zone, si è rivelato nei secoli un elemento prezioso per lo sviluppo degli usi e costumi greci, permettendo loro di giungere a noi pressoché intatti. Quindi le minoranze linguistiche devono essere valorizzate, come tra l’altro fanno già da decenni nel Nord Italia, con uno specifico regolamento ed un investimento per le etnie specifiche”. Della stessa opinione, in maniera più corposa, è stato Castrizio: “Questo è un corso che cerca di combattere una piaga – ha detto – quella disparità tra una città come la nostra Reggio, che non ha mai avuto ben chiare le proprie origini, e la sua provincia con una cultura di derivazione (e a maggioranza) greca. Non si può ignorare la grecità che è dentro di noi solamente perché non siamo più ellenofoni; un conto è la lingua, un altro è la cultura e noi culturalmente siamo comunque di origine greca e ne dobbiamo essere fieri, dato che un certo complesso d’inferiorità prima e la globalizzazione poi hanno attenuato la nostra consapevolezza culturale instillandoci quasi la percezione di essere degli apolidi, cittadini senza un’identità convinti di vivere in una sorta di allevamento di trote da cui un giorno scapperanno per migliorarsi altrove. Noi vogliamo essere aperti alla società internazionale, questo sia chiaro – ha poi aggiunto Castrizio – ma vogliamo entrarci tenendo ben a mente la nostra storia e le nostre radici, che dobbiamo valorizzare senza sentirci provinciali o campanilisti, senza più sensi di colpa”.
La comunità grecanica
La comunità grecanica (o greco-calabra) risiede nell’area geografica denominata Bovesìa, nella parte meridionale della provincia di Reggio Calabria, compresa grossomodo tra i comuni di Melito Porto Salvo e Palizzi; gli abitanti sono intorno alle 13.000 unità, mentre quelli esclusivamente ellenofoni, secondo i dati più recenti, sarebbero non più di 500. Ad ogni modo, le tracce più profonde della cultura grecanica, un tempo presente in tutta l’area ionica, sono ancora oggi visibili nei comuni situati lungo le prime falde aspromontane: Condofuri (e la sua frazione Gallicianò), Bova, Roccaforte del Greco e Roghudi, che sorgono lungo la vallata della grande fiumara dell’Amendolea. Come minoranza linguistica, il greco – calabro (assieme a quello della penisola salentina, parlato però da una popolazione di numero superiore) è considerato da diversi studiosi e glottologi un’evoluzione naturale dell’idioma parlato dai primi coloni ellenici che sbarcarono sulle coste della nostra Regione nell’ VIII secolo a.C., sviluppatosi poi come lingua autonoma a causa dell’isolamento delle popolazioni dell’entroterra impervio e senza collegamenti; ma secondo altri esperti, il grecanico avrebbe invece origini più “recenti” legate all’immigrazione medievale di popolazioni ellenofone all’epoca della Calabria bizantina, un’ipotesi che sarebbe anche avvalorata dalla forte somiglianza del greco moderno con il grecanico, più che con il greco di epoca classica (che sta all’attuale lingua ellenica come il latino sta all’italiano). A queste controversie si è aggiunta recentemente anche un’altra ipotesi: le immigrazioni dalla Grecia alla Calabria durante l’impero di Bisanzio avrebbero rinforzato la lingua delle comunità greche già esistenti, dato che nel Mezzogiorno l’uso della lingua ellenica non venne mai meno neppure sotto l’Impero Romano, in cui tra l’altro il greco era la lingua franca di tutta l’area mediterranea orientale.
sono di origine greca.Lo dimostra il mio secondo dito del piede che è più lungo dell’alluce,se fosse stato più corto sarei di origine egiziana!W la cultura e la democrazia greca.