Quando si gioca con ‘squadrette’ e non si riesce a vincere perdendo addirittura…è un brutto presagio per il prosieguo. E’ questo il primo pensiero venuto in mente al termine della sconfitta subita dalla Reggina nella gara di esordio del campionato di serie C sul campo del Rende. Un impianto tanto piccolo quanto diventa grande nel penalizzare la squadra amaranto, che non è mai riuscita a vincere, ottenendo solo una vittoria a tavolino (dopo una sconfitta) nei sette precedenti. Stavolta sembrava potesse essere quella buona, più che per la consistenza (tutta da verificare) degli amaranto, soprattutto perché i biancorossi cosentini erano stati appena ripescati e dunque ancora in piena fase organizzativa. Ed in effetti, per quello che si è visto in campo per lunghi tratti della gara, segni premonitori esclusi, si aspettava che arrivasse il colpaccio da parte dei ragazzi di Maurizi: arrivato poi, e doloroso, ma sulla loro testa!
Per la prima uscita, il tecnico amaranto ha riproposto lo schieramento base, con difesa a quattro, rombo a centrocampo e due simil…attaccanti. Però è stato costretto a modificare la coppia centrale di difesa per l’improvvisa assenza di Di Filippo e le non buone condizioni di Gatti, con lo spostamento di Solerio e l’esordio di Mezavilla in un ruolo non suo. Buona la prestazione del brasiliano, che spesso ha dato l’impressione di essere di un’altra categoria, anche se piuttosto indietro nella preparazione: proprio una sua incertezza ha consentito la rete della sconfitta. Il Rende, consapevole dei suoi limiti (e pure di quelli amaranto…), si è attestato su un prudente 5-3-2, limitandosi ad aspettare eventualmente l’occasione giusta per colpire. E ne ha avute parecchie!
La partita
La gara è cominciata con la Reggina subito pronta alla manovra, installata in pianta stabile nella metà campo avversaria. Mentre gli amaranto si deliziavano in un palleggio improduttivo, il Rende badava al sodo: nel primo quarto d’ora, due limpide occasioni da gol (entrambe con Ricciardo), soprattutto la seconda al termine di una splendida azione di contropiede. Per il primo segnale degli uomini di Maurizi, in maglia bianca con una sfumatura di amaranto e nero, ci son voluti venti minuti con una precisa punizione di De Francesco: dopo aver colpito la traversa, la palla è sbattuta sulla schiena del portiere ed è finita sul fondo contro ogni legge della fisica (prima premonizione). L’episodio è forse servito a far ricordare agli amaranto che l’obiettivo del calcio è provare a segnare (riuscirci è altra cosa). Ha iniziato Tulissi, che si è fatto anticipare al momento del tiro, e poi è cominciato lo Sciamanna show alla rovescia: reduce da 23 gol segnati nella squadra di Correggio in serie D, prima ha concluso addosso al portiere una ficcante triangolazione per poi spedire fuori di testa da due metri a porta spalancata (seconda premonizione). Nel mezzo il Rende, superata per la terza volta la metà campo, si è presentato davanti a Cucchietti con Gigliotti che ha imitato il primo Sciamanna. Pur con un’evidente supremazia amaranto nel possesso di palla, il pareggio a fine primo tempo è stato sostanzialmente giusto, ma non a reti bianche per le numerose opportunità.
Alla ripresa, la Reggina ha ricominciato impadronendosi del campo, ma con maggiore determinazione. Quattro occasioni nei primi venti minuti: Bezziccheri che ha sfiorato la porta con un tiro prima ed una scivolata dopo, una triangolazione Tulissi-Sciamanna interrotta in extremis da un avversario e poi quella che ha suggellato la prestazione di Sciamanna: Porcino, finalmente in posizione avanzata, dal fondo gli ha servito una palla a un metro dalla linea della porta completamente vuota. Il tocco, o non si capisce bene cosa, del n. 21 amaranto invece di andare dritto verso la rete, come sarebbe stato naturale, si è diretto orizzontalmente nelle mani del portiere che era fuori dai pali a chiudere sul terzino (terza premonizione). Davanti a questo scempio, la squadra amaranto ha continuato a tenere palla visibilmente scoraggiata e un contropiede in doppia superiorità numerica sprecato dai rendesi è stato l’ultimo regalo della dea Eupalla di breriana memoria, ormai tramortita dagli errori amaranto. Al 38′ un innocuo cross dalla destra di Gigliotti, con i difensori inchiodati a terra, colpito dalla testa di Ricciardo è finito angolato sulla destra di un Cucchietti stavolta non proprio reattivo.
Chi si aspettava una reazione degli amaranto, anche per la presenza contemporanea in campo di tutti gli attaccanti (di ruolo…), ha invece assistito ad una sarabanda rendese: tre occasioni nitide davanti alla porta reggina, oltre ad un rigore ben parato da Cucchietti. Sarebbe stato francamente troppo: già sufficiente la mortificazione per la sconfitta. Una partita non può certo essere un appello definitivo, ma certi segnali sono evidenti perché ripetuti nel precampionato: qualcosa da sistemare c’è, e col tempo sarà possibile, ma questa Reggina ha bisogno immediato di un attaccante di categoria che veda la porta, ma l’eventuale reintegro di Bianchimano non sembra sufficiente per dissipare “il brutto presagio”.
RENDE – REGGINA 1-0
marcatore: 28’st Ricciardo
RENDE: Forte; Viteritti, Sanzone, Porcaro, Pambianchi, Blaze; Viteritti, Gigliotti (Franco), Rossini, Laaribi; Ricciardo, ActisGoretta (Vivacqua). All. Trocini
REGGINA: Cucchietti; Laezza, Mezavilla, Solerio, Porcino; De Francesco, Marino (Fortunato), Garufi (Silenzi), Bezziccheri (Sparacello), Tulissi, Sciamanna. All. Maurizi
Arb.: Valiante (Vingo-Spiniello)
Alcuni momenti della partita