“Falcomatà deve risolvere il problema dell’aeroporto, non può più tirarsi indietro” queste le parole di Federico Romeo, coordinatore regionale di Casapound Italia. “Non è passato che qualche mese – prosegue – da quando Falcomatà tuonava con slogan parlando di una grande svolta su questa incresciosa situazione. Ma da quel momento in poi, si è tentato di tacitare l’opinione pubblica con tavoli istituzionali romani che non hanno prodotto niente di concreto. Quello che rende la situazione ancora più incerta è il fatto che si stia navigando a vista su una questione che vede intanto una città metropolitana priva del suo aeroporto e una giunta che continua a non rispondere alle domande che vengono poste”.
“Inoltre – continua Romeo – l’inchiesta ‘Eumenidi’ ha colpito la politica deficitaria con cui si amministrano gli aeroporti regionali, lasciati in mano a società fantoccio come la Sacal. La questione ‘Tito Minniti’ ora è a un punto fermo. Le opposizioni si sono rivelate inefficaci e le proteste non hanno avuto il potenziale per innescare una vera crisi all’interno di Palazzo San Giorgio. Tutti protestano ma nessuno ha mai proposto delle soluzioni concrete”.
“Falcomatà in questo senso – spiega il responsabile di CasaPound – aveva proposto l’entrata in società del Comune di Reggio Calabria, che con Sacal avrebbe dovuto gestire lo scalo reggino. La Sacal è al 51% pubblica e al 49% privata. Ha messo in vendita 2 milioni di parte pubblica e 1 milione di parte privata. Il sindaco aveva promesso che avrebbe sottoscritto questi 2 milioni di euro di azioni. Perché ancora non l’ha fatto, considerato che Reggio può contare sul patrimonio della città metropolitana, consistente in oltre 50 milioni di euro lasciati dalla precedente giunta? E come mai l’imprenditoria reggina non si è mai posta la questione di sottoscrivere un azionariato per acquistare il restante milione di euro in azioni della parte privata che Sacal aveva messo in vendita? Certo, l’unico modo per essere determinanti nelle scelte che riguarderanno la vicenda del nostro aeroporto passa appunto per un acquisto delle azioni messe a disposizione da Sacal. Il vero tavolo di concertazione dovrebbe essere qui in città, basta intermediazioni”.
“Falcomatà e la sua Giunta devono – conclude Romeo – contrastare in ogni modo la passività delle scelte politiche regionali, almeno per salvare il salvabile. Bisogna tutelare l’indotto economico che questo aeroporto produce, preservare la mobilità dei passeggeri che utilizzano questo scalo e, non ultimo, avviare una programmazione seria per mettere di nuovo in corsa l’aeroporto, con più destinazioni e più compagnie. Non è possibile che dopo anni tutto sia ancora fermo. Le circostanze ci inducono a pensare che non si tratti di un problema di liquidità, ma di mancanza di volontà e di voglia di rimettere in gioco il Tito Minniti”.
(Comunicato di Casapound Italia – Calabria)